Ora di Ottawa

Ora di Ottawa

domenica 17 marzo 2019

L'artista bambino, una nuova mostra alla Fondazione Ragghianti a Lucca


La Fondazione Ragghianti a Lucca presenta fino al 2 giugno la mostra "L’artista bambino Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento" .
Curata da Nadia Marchioni, la mostra indaga il tema del “tornare bambini”, recuperando la freschezza e la libertà del disegno infantile, esigenza sentita da molti artisti importanti dei primi decenni del Novecento: Balla, Carrà, Garbari, Soffici, Rosai e vari artisti toscani come Cecioni, Balduini, Magri, Viani. Un fenomeno, quello del Primitivismo, che non fu solo italiano, ma percorse l’intera Europa.





Articolata in sei sezioni, l’esposizione, partendo dalla fine dell’Ottocento, ripercorre i primi decenni del XX secolo, mostrando opere di artisti affascinati dall’universo infantile, di cui prendono in varie forme e stili l’essenza: la semplicità, la poesia, la soavità dei colori e dei  soggetti rappresentati.
La mostra si articola in sei sezioni a partire dall’interesse di fine Ottocento verso il fenomeno dell’arte infantile. Sono esposte opere di Adolfo Balduini, Giacomo Balla, Renato Birolli, Duilio Cambellotti, Spartaco Carlini, Carlo Carrà, Adriano Cecioni, Vittorio Matteo Corcos, Giorgio de Chirico, Tullio Garbari, Alberto Magri, Giorgio Morandi, Pablo Picasso, Ottone Rosai, Henry Rousseau, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Lorenzo Viani, Gigiotti Zanini e altri artisti.
La Fondazione Ragghianti, intitolata a Carlo Ludovico Ragghianti – critico, storico e teorico dell’arte tra i maggiori del XX secolo in Italia – e alla moglie Licia Collobi – conserva uno straordinario archivio con la biblioteca – circa 80.000 volumi, la corrispondenza di Ragghianti e della moglie Licia Collobi, 800 tra riviste e pubblicazioni di storia dell’arte – di cui un centinaio in consultazione – una fototeca con un vastissimo patrimonio di immagini, circa 200.000. L'acquisizione più recente è l'archivio di Hugh Honour, studioso inglese di Canova, vissuto a lungo a Lucca.
La Fondazione conserva anche una raccolta di dipinti, disegni, opere grafiche e principalmente di sculture di arte contemporanea, esposte in permanenza nei chiostri e nei giardini del Complesso monumentale medievale di San Micheletto.
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto 3, Lucca

Nicoletta Curradi 






















       





mercoledì 13 marzo 2019

Leonardo da Vinci Visions al Museo Civico di Sansepolcro




LEONARDO DA VINCI: VISIONS


Le sfide tecnologiche del genio universale


Omaggio al grande genio in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte
Sansepolcro, Museo Civico
14 marzo 2019 – 24 febbraio 2020

Arriva al Museo Civico di Sansepolcro, fino al 24 febbraio 2020, la mostra Leonardo da Vinci: Visions. Le sfide tecnologiche del genio universale, promossa dal Comune di Sansepolcro e allestita da Opera Laboratori Fiorentini-Civita.
Leonardo da Vinci: Visions è il risultato di un ampio percorso progettuale ideato dal Museo Galileo di Firenze diretto dal prof. Paolo Galluzzi e rappresenta la sintesi di tre mostre – Gli ingegneri del Rinascimento (1995), L’automobile di Leonardo (2004) e La mente di Leonardo (2006) – allestite in prestigiose sedi in Italia e nel mondo. Per il direttore del Museo Galileo: "questa mostra propone al visitatore un punto di vista diverso, invitando ad esplorare il modo di pensare di Leonardo e la sua concezione unitaria della conoscenza come sforzo di assimilare, con ardite sintesi teoriche e con geniali esperimenti, le leggi che governano tutte le meravigliose operazioni dell’uomo e della natura".
La mostra, omaggio al grande genio in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte, invita i visitatori a esplorare alcuni ambiziosi progetti di Leonardo, che ben illustrano la sua attitudine a cimentarsi con temi di inaudita complessità. Il volo, il conferire movimento a oggetti inanimati, il progetto della più grande statua equestre mai realizzata: sogni che fanno parte della storia dell’umanità da tempi remoti e prendono forma nei suoi disegni e nelle macchine da lui ideate. La mostra è un contributo alla conoscenza della genialità e della tenacia con cui Leonardo affrontava le più audaci sfide tecnologiche e artistiche.
"Siamo orgogliosi di ospitare quella che sarà una mostra innovativa e inedita nel suo genere - dichiara il Sindaco Mauro Cornioli - questo evento rappresenta uno degli appuntamenti di un calendario ricco di iniziative di livello con il coinvolgimento di personalità e realtà associative di altissimo spessore legate alla figura Leonardo. La città di Sansepolcro sarà uno dei poli culturali di riferimento di questo Cinquecentenario, e ciò non può che renderci orgogliosi."
Sognato dall’uomo fin dai tempi più antichi, il volo prende forma nei suoi studi e nelle macchine che ha disegnato. Leonardo si misura anche con l’idea di conferire il movimento a oggetti inanimati: il carro semovente e il leone meccanico sono eloquenti testimonianze dei risultati che egli raggiunse, dal potenziale fortemente innovativo. Infine, il progetto per la gigantesca statua equestre in bronzo in memoria di Francesco Sforza costituisce un’ulteriore prova dell’eccezionale intelligenza con cui affrontava le sfide più audaci.
Video di approfondimento e animazioni 3D realizzati dal Museo Galileo di Firenze fanno da corredo al percorso espositivo consentendo sia di approfondire i temi affrontati che di comprendere i principi che governano il funzionamento delle macchine esposte.
Un particolare ringraziamento va rivolto al Museo Leonardiano di Vinci e la sua Direttrice dott.ssa Roberta Barsanti per la collaborazione ai contenuti della sezione sull’Automobile e alla Banca Cambiano 1884 per l’importante prestito concesso.
“Con questa mostra - commenta l'Assessore alla Cultura Gabriele Marconcini - il nostro museo si arricchisce di una sezione specificamente incentrata sulla sconfinata genialità del genio di Vinci. Siamo pertanto entusiasti perché grazie a questa proposta possiamo mettere in evidenza l'ostinata tendenza dell'uomo del Rinascimento a superare i limiti del suo tempo: una propensione che ha caratterizzato anche l'opera dei nostri due più illustri concittadini, Piero e Luca, che avevano precedentemente contribuito, in maniera decisiva, a ridefinire il paradigma culturale entro il quale poi Leonardo si esprimerà brillantemente."
L’esposizione dall’alto valore scientifico ha il patrocinio del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci

Fabrizio Del Bimbo 

















giovedì 7 marzo 2019

Verrocchio maestro di Leonardo protagonista a palazzo Strozzi


Prima grande retrospettiva dedicata a una delle figure simbolo del Rinascimento, la mostra riunisce capolavori di Verrocchio e dei più famosi artisti dell’epoca. Dal 9 marzo al 14 luglio 2019 Verrocchio, il maestro di Leonardo presenta per la prima volta a Palazzo Strozzi, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello, straordinari capolavori di Andrea del Verrocchio, a confronto serrato con opere capitali di precursori, artisti a lui contemporanei e discepoli, come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci. Nel 2019 si celebra il cinquecentesimo anniversario d Gallery di Londra: capolavori presentati insieme per la prima volta, che attestano lo straordinario talento di Verrocchio nel campo della pittura, in cui diviene punto di riferimento per i suoi celebri allievi. Formidabile, inoltre, la selezione di disegni e dipinti su lino provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo, che permetteranno un confronto vivo e diretto tra i lavori del maestro e quelli dei suoi allievi, come nel caso della celebre Dama dal mazzolino del Bargello posta accanto allo studio di Braccia e mani femminili di Leonardo da Vinci, generosamente concesso in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Parte fondamentale della mostra sono infatti opere del giovane Leonardo, che negli anni Settanta lavorò nella bottega di Verrocchio, contribuendo al passaggio verso la Maniera Moderna, uno dei temi più avvincenti dell’arte di tutti i tempi. L’esposizione si propone di illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione.

Argomento importante del percorso espositivo a Palazzo Strozzi è l’attribuzione al giovane Leonardo da Vinci della Madonna col Bambino, scultura in terracotta che per la prima volta esce dalle collezioni del Victoria and Albert Museum di Londra di cui fa parte dal 1858 e dove è solitamente esposta come opera di Antonio Rossellino. A Palazzo Strozzi questa terracotta – verosimilmente l’unica scultura esistente attribuibile a Leonardo – è presentata in diretto dialogo con una selezione di straordinari drappeggi dipinti su lino dallo stesso Leonardo, con i quali presenta riscontri puntuali. Analogamente può essere confrontata con altre celebri opere del maestro, come l’Annunciazione degli Uffizi, la Vergine delle rocce e la Sant’Anna del Louvre. “Questa strabiliante Madonna non ha riscontri diretti e persuasivi con nessun’altra scultura del Rinascimento fiorentino, mentre ne ha moltissimi con i disegni e i dipinti di Leonardo, soprattutto giovanili, ma anche maturi” dichiara il professor Francesco Caglioti, curatore della mostra. “Restando a lungo nella bottega di Verrocchio, Leonardo dovette impararvi a modellare benissimo l’argilla, come ricorda Vasari: «nella sua giovanezza di terra alcune teste di femine che ridono [...], e parimente teste di putti che parevano usciti di mano d’un maestro»”.




La mostra collega idealmente Palazzo Strozzi col Museo del Bargello: luoghi espositivi distinti, ma complementari, di un percorso articolato in undici sezioni, di cui nove a Palazzo Strozzi e due al Museo del Bargello dedicate al tema dell’immagine di Cristo. Vi sarà esposta l’Incredulità di san Tommaso, capolavoro bronzeo di Verrocchio. “Sono lieta di questa sinergia con la Fondazione di Palazzo Strozzi – dichiara Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello – che ha dato vita a una mostra unica, realmente articolata in due sedi. Desidero ringraziare per questo il Direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, per aver avviato insieme questa straordinaria sinergia istituzionale. La prima esposizione monografica dedicata a Verrocchio ne illustrerà le origini, la collaborazione con talentuosi giovani artisti e la fondante influenza anche nel primo Cinquecento. In questo senso il Museo Nazionale del Bargello, con la sua celeberrima collezione di scultura rinascimentale, è luogo privilegiato e imprescindibile per delineare l’importanza di un’artista così singolare e di una bottega che ha plasmato un’intera generazione di maestri del XV secolo, in Italia e in Europa”. La rassegna si inserisce in una ricca rete di collaborazioni con musei e istituzioni di Firenze e del territorio, oltre che stranieri. Tra queste spiccano quelle con l’Opera di Santa Maria del Fiore e l’Opera Medicea Laurenziana che custodiscono fondamentali capolavori inamovibili di Verrocchio.
La mostra inoltre conferma il ruolo della Fondazione Palazzo Strozzi nella valorizzazione del patrimonio artistico italiano, dando origine a un’importante campagna di restauri. Quattordici sono le opere sottoposte a interventi e a indagini scientifiche fondamentali per la conoscenza e la tutela. Particolarmente significativo il restauro del Putto col delfino di Palazzo Vecchio reso possibile dal generoso intervento di Friends of Florence. “Per uno storico dell’arte questa mostra è un sogno che si avvera” – afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – “Realizzare la prima rassegna su Andrea del Verrocchio, padre nobile del Rinascimento, rappresenta un’impresa unica e ambiziosa, resa possibile grazie alla collaborazione con i Musei del Bargello e agli eccezionali prestiti provenienti da musei di tutto il mondo. Abbiamo lavorato per oltre quattro anni per portare a Palazzo Strozzi questa grande esposizione che, presentando l’attività multiforme di Verrocchio e della sua bottega, indaga al contempo gli esordi del genio di Leonardo da Vinci, proprio nell’anno in cui Firenze e la Toscana diventano luoghi simbolo delle celebrazioni internazionali a lui dedicate. Con questa mostra Palazzo Strozzi consolida il suo ruolo di centro espositivo leader in Italia, in grado di creare valore per la città di Firenze e per il suo territorio”.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la collaborazione della National Gallery of Art di Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020). Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione CR Firenze. Main sponsor Intesa Sanpaolo.. .

Nicoletta Curradi 


15o Forum Greenaccord, un accordo globale per la tutela del paesaggio

“Un accordo globale per la tutela del paesaggio
contro i cambiamenti climatici”
A proporlo, gli esperti intervenuti alla prima giornata di lavori del 15° Forum internazionale di giornalismo ambientale organizzato a San Miniato dall'associazione Greenaccord e dalla Regione Toscana. Obiettivo: riunire tutte le convenzioni internazionali in un unico atto vincolante per gli Stati e basato sull'esperienza delle comunità locali.



 “Promuovere un nuovo accordo globale sull'approccio al paesaggio per trovare soluzioni al cambiamento climatico". L'obiettivo è stato tracciato dagli esperti intervenuti alla prima giornata di lavori del 15° Forum Internazionale Greenaccord dell'informazione per la Salvaguardia della Natura dal titolo "Il respiro della terra: le foreste", organizzato a San Miniato in collaborazione con la Regione Toscana. Un accordo che superi e integri tutte le convenzioni ambientali in un unico atto che impegni gli Stati sovrani ad imprimere una rivoluzione copernicana che metta le tematiche ambientali al centro delle scelte politiche.

“Ogni azione che adottiamo genera la possibilità di creare disuguaglianze o al contrario di colmarle” ha spiegato Salina Abraham, coordinatrice del Global Landscapes Forum dell'Eritrea. “È per questo che devono esistere diritti inalienabili come il diritto alla terra e alla sua gestione sostenibile o il diritto all'acqua pulita”. Per realizzare questi impegni occorre investire “sul futuro della terra facendo leva sulle nuove generazioni che sono la nostra ultima opportunità” ha detto l'ambientalista eritrea. “Nella nostra rete contiamo più di 50mila giovani attivisti che hanno mobilitato milioni di persone in tutto il mondo che conoscono l'importanza della piantumazione degli alberi giusti nel posto giusto. Noi non piantiamo solo alberi, piantiamo cambiamento e futuro per le nostre comunità e in questo modo piantiamo nuova speranza”.

Agricoltura, biodiversità ma anche attività di conservazione e prevenzione. Un compito che in Italia viene svolto dall'Arma dei Carabinieri. Come spiegato dal generale Davide De Laurentis, vice comandante delle unità Forestali Ambientali Agroalimentari, “parlare di problematiche ambientali significa porre l'attenzione sullo stile dei consumi e sui modelli di sviluppo attuali che vanno rivisti. Serve una rivoluzione copernicana capace di inserire all'interno del calcolo dello sviluppo dei Paesi il valore capitale naturale conservato”. In Italia, ha ricordato il generale dell'Arma, “rappresentiamo un presidio della legalità per evitare la distruzione della biodiversità. Lo facciamo attraverso il controllo del territorio e l'attività di prevenzione e repressione dei reati ambientali e delle connesse alterazioni degli habitat”. Spesso il rispetto della legalità non basta per far crescere la consapevolezza di un comportamento responsabile nei cittadini e per questo accanto all'attività repressiva e al controllo “occorre affiancare un approccio di accompagnamento ai comportamenti virtuosi che cambino l'approccio al paesaggio e all'ambiente in tutti i cittadini”.

All'attività di comando e controllo messa in atto dalle istituzioni si affianca il lavoro di certificazione, intesa come procedura per verificare e assicurare che i prodotti forestali siano tracciati lungo tutta la filiera di trasformazione. A spiegare questa procedura è stato Mauro Masiero, ricercatore del dipartimento territorio e sistemi agroforestali dell'Università di Padova. “Secondo i dati ufficiali più di tre milioni di ettari di foreste ogni anno vengono perduti. La deforestazione è dovuto ad un'azione antropica, alla malagestione delle foreste, a fattori naturali o a cambiamenti di soprassuolo”. Da questo punto di vista “l'estrazione di legno non è l'unico elemento di criticità anche se sappiamo che la dimensione di illegalità, taglio e commercio di legno è valutato tra il 15% e il 30% del legno presente sul mercato”. 

Per Douglas McGuire, coordinatore tutela e ripristino della Foresta e del Paesaggio della Fao, “la deforestazione è la seconda causa di cambiamento climatico dopo i combustibili fossili. Basta considerare i due miliardi di CO2 che ogni anno vengono assorbite dagli alberi che diventano un deposito di carbonio”. Ma il cambiamento climatico non è l'unico elemento: “entro il 2050  - ha spiegato il rappresentante della Fao - raggiungeremo dieci miliardi di persone e dovremo garantire il 50% di alimenti più, con tutte le conseguenze che ciò comporta”. Quanto alle foreste artificiali “bisogna cogliere la loro importanza e necessità, nonostante non garantiscano lo stesso livello di biodiversità. Tuttavia in alcune aree del pianeta si potrebbe usare la piantumazione per rispondere alle esigenze di alcune realtà, magari alleviando la pressione sulle foreste naturali”. Sul recupero delle foreste e del paesaggio, ha ricordato McGuire, “dobbiamo sostenere l'obiettivo di recuperare 350 milioni di ettari entro il 2020. Un obiettivo ambizioso sul quale molti Paesi si stanno impegnando con grande serietà”.


Nicoletta Curradi

In Puglia turismo tutto l'anno: la sfida di BTM 2019



Terminata il 2 marzo la tre giorni di BTM V edizione, che si  è svolta in alcune location d’eccellenza del territorio leccese, il Castello di Carlo V, il foyer del Politeama Greco e il nuovo padiglione BTM Gusto


“Sono molto soddisfatto e orgoglioso del risultato raggiunto – ha affermato mato Nevio D’Arpa, patron della manifestazione –  BTM è cresciuto tanto ed è per questo che la V edizione si è dislocata in più sedi, ospitando espositori di importanti aziende nazionali e internazionali. Abbiamo registrato un incremento dei visitatori di circa il 20% rispetto alla scorsa edizione; un flusso continuo di persone ,150 espositori, 40 buyer, importanti relatori e  rappresentanti di aziende del settore turistico hanno dato vita ad un evento ritenuto ormai di forte importanza e riferimento del sud Italia, organizzato e animato da uno staff giovane, dinamico e professionale. Molto apprezzata la parte dedicata al turismo enogastronomico con presentazioni e show cooking. È stato registrato un aumento del 30% di accessi ad Instagram con  il  55% di donne e il 44% di uomini, per una fascia media di età compresa tra i 25 e i 55 anni. La nazionalità del pubblico vede al primo posto l' Italia, poi a seguire Regno Unito, Svizzera, Spagna, Germania, Stati Uniti, India, Francia, Turchia e Azerbaigian. 

Un ringraziamento particolare per il supporto va a Puglia Promozione e all'assessore regionale Loredana Capone."

Il tema ormai dominante in campo turistico è la proposta di destagionalizzazione, per far sì che i turisti non vedano la Puglia esclusivamente come meta estiva per le vacanze balneari. È vero, il mare pugliese è eccezionale, può quasi dirsi caraibico, ma la regione ha  anche molto altro da offrire.


Per scoprire le ricchezze del territorio pugliese si consiglia di partire da Brindisi, dove una colonna indica la fine della Via Appia Antica, iniziata a Roma: Brindisi è stato uno tra i più importanti porti dell'Italia antica.



Qui il Grande Albergo Internazionale offre un'accoglienza di alto livello. (www.albergointernazionale.it)

Sosta  irrinunciabile nel Salento è Otranto, che è il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri,  un ponte fra Occidente ed Oriente, un territorio pieno di spiagge bianchissime, un luogo ricco di storia, arte, cultura.



Si entra in città dalla Porta Alfonsina e si incontra subito l’imponente Castello Aragonese,  fatto costruire tra il 1485 e il 1498 da Fernando I D’Aragona. 

Dal castello si dirama il labirinto di viuzze del borgo antico che portano alla Cattedrale di Santa Maria Annunziata, altra fantastica opera dall’immenso valore artistico e storico, risalente all XI secolo: la chiesa conserva  i resti del massacro degli 800 fedeli che durante l’invasione dei turchi nel 1480 tentarono la resistenza, non volendo rinnegare la propria fede. Il massacro dei martiri dm è una delle pagine più dolorose della città e ammirare all’interno della Cattedrale la Cappella dei Martiri  con le ossa a vista è un'esperienza sconvolgente. Altro tesoro  custodito nella chiesa è il mosaico pavimentale, vero e proprio capolavoro che raffigura l’Albero della Vita, e ritenuto da molti esperti un’enciclopedia del cristianesimo con episodi dell’Antico Testamento.



A Otranto si consiglia di alloggiare all'agriturismo La Fattoria. 

(www.lafattoria-otranto.com) 

oppure al Basiliani Resort&SPA - CDS Hotels”. (www.basilianiresort.com)


Altra sosta consigliata a circa 40 km di distanza è a Tricase che ha un bel centro  storico con la chiesa madre della Natività che conserva la tela raffigurante il Bambino e i Santi Matteo e Francesco da Paola, attribuita a Paolo Caliari, detto "il Veronese"; e la tela seicentesca di Giandomenico Catalano, raffigurante San Carlo Borromeo. Ai lati dell'altare maggiore vi sono le pale della Deposizione dalla Croce e dell'Immacolata Concezione, opere autografe di Jacopo Palma il Giovane. 


La chiesa di San Domenico è un piccolo gioiello barocco  con un coro ligneo in noce intagliato degli inizi del 1700. Il Castello o Palazzo dei Principi Gallone risale al XVII secolo. Una sosta alla bottega del ceramista Agostino Branca, specializzata in ceramiche artistiche, è vivamente consigliata. 

Una pausa rilassante è possibile al Callistos Hotel & Spa (www.callistos-hotel.it)

Solo 40 km separano Tricase da Gallipoli, sulla costa ionica. Nella cosiddetta "perla dello Ionio" non c'è solo il mare, quindi anche fuori dalla stagione estiva si può visitare la concattedrale di Sant'Agata,  stupendo esempio del  barocco del XVII secolo. L'interno a tre navate contiene pregevoli altari barocchi e numerose tele che ne fanno una vera e propria pinacoteca. 

Nella chiesa di San Francesco d'Assisi si trova la statua lignea del ladrone crocifisso accanto a Gesù, il noto Malladrone. 

In ogni stagione il ristorante Al Pescatore  è sicuramente il posto migliore per gustare il pescato fresco di questo mare. (www.alpescatoregallipoli.com)


Info:  www.btmpuglia.it

Nicoletta Curradi




martedì 5 marzo 2019

Le opere di Andrey Esionov all'Accademia delle Arti del Disegno

Dal 6 marzo al 28 aprile 2019 l’Accademia delle Arti del Disegno presenta l’opera del pittore Andrey Esionov (Tashkent, 1963), grande acquarellista e maestro dell’arte figurativa russa contemporanea. 


 



La mostra “Neo-nomadi e Autoctoni”, realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana e concepita in collaborazione con l’Accademia Russa di Belle Arti, è curata dal critico Alexander Borovsky e sarà visitabile con ingresso gratuito nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in Via Ricasoli n.68, a Firenze.
 
Il titolo della mostra deriva dal ciclo di lavori “Neo-nomadi”, un’analisi dedicata a un evento strutturale che si sta realizzando in ogni parte del mondo: l’umanità in movimento, dai grandi flussi migratori fino al turismo di massa. Questo fenomeno non è visto con lo sguardo di chi accoglie o di chi migra, ma da una prospettiva inedita, quella dall’estraneo che è in grado di coglierne sfumature e paradossi. L’esposizione racconta quindi i mutamenti e le contraddizioni di un’umanità in costante movimento, attraverso 42 opere, tratte da otto diverse serie di acquerelli, con le quali l’artista realizza una riflessione critica, surreale e pungente intorno allo scenario delle metropoli contemporanee e all’umanità che le popola.
 
Andrey Esionov vive e lavora a Mosca, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti ed è presente in numerose collezioni di musei pubblici a Mosca, San Pietroburgo, Samara, in Uzbekistan e molti altri. In un breve arco di tempo l’artista si è confrontato con diversi generi pittorici, primo fra tutti il ritratto. La sua fama è dovuta proprio alla serie dei Ritratti di celebri intellettuali russi, quali lo scrittore Vladimir Voinovich, i registi Pyotr Todorovsky e Eldar Ryazanov, il campione mondiale di scacchi Anatoly Karpov, sino a quello del presidente dell’URSS Michail Gorbačëv, tutti realizzati ad olio su tela. La tecnica prediletta di Esionov è, però, l’acquerello su carta, che reinterpreta in chiave contemporanea, in dialogo con la tradizione accademica e il linguaggio fotografico. Esionov trae grande ispirazione dai suoi viaggi in Europa e dai cambiamenti epocali e dagli stravolgimenti politici dell’ex Unione Sovietica che ha vissuto in prima persona: passanti, artisti di strada, bambini e animali sono i protagonisti che popolano il suo mondo ed è così che prendono forma istantanee di vita, sospese tra il realismo della rappresentazione e una dimensione “altra”, simbolica e onirica.
 
Gli acquerelli in mostra rappresentano una selezione di più ampi cicli di opere dell’artista: la serie Ritratti, la serie Gente e Manichini, la serie Riflessi, in cui lo sguardo sulla quotidianità si dispiega su diversi livelli; la serie Game Over dedicata all’infanzia, sospesa tra il gioco e l’innocenza perduta; la serie Horse and Coach, con carrozze trainate da cavalli nei centri storici delle grandi città turistiche, quasi delle cartoline che raccontano il legame tra l’animale e il proprio padrone; la serie Autoctoni, con personaggi di grande intensità immersi in contesti surreali e ironici, e la serie Ode al Cielo, dedicata al rapporto tra l’uomo e la musica. 
 
Il riconoscimento di Andrey Esionov nel panorama artistico internazionale attesta il lungo e significativo percorso realizzato da questo straordinario pittore. Al termine degli studi giovanili dedicati all’arte, Esionov interrompe per alcuni anni la sua carriera artistica per diventare imprenditore. Nel 2000 Esionov torna a dedicarsi a tempo pieno alla pittura, rielaborando il patrimonio figurativo tratto dai viaggi e dalle esperienze di uomo d’affari. Per Esionov tornare a dipingere è stato come “tornare a respirare”, mentre la pausa dalla scena artistica ha rappresentato un periodo in cui ha intensamente accumulato esperienze, immagini e strutture compositive.
 
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, sottolinea come “lo strumento di Andrey Esionov acquarellista consiste in una tecnica non solo sicura ma impeccabile (…). Colpisce la sua sicurezza nel distribuire i colori, nel calibrare i chiaroscuri e soprattutto – per me almeno – nel padroneggiare la delicatissima operazione del “risparmiare” la carta per i bianchi, creando colpi di luce, luminosità diffuse e all’occorrenza contorni esatti e finissimi, con un virtuosismo che gli consente di mostrare una scena attraverso una ragnatela, come contemplata dalla finestra di un vecchio edificio in disuso (…). Scene e figure sono progettate in anticipo con magistrali disegni a matita, dove ai contorni ottenuti con linee vibranti e decise vengono aggiunti, con tratteggi a matita di intensità variabile, i toni intermedi e gli scuri profondi”.
 
Alexander Borovsky, curatore della mostra sostiene che “il nodo nevralgico delle opere di Esionov sia l’attaccamento alla realtà. Tradizionalmente si ritiene che la posizione dell’osservatore (ovvero dell’artista) e quella dell’attore siano inconciliabili. Esionov insiste invece nel ribadire la propria presenza nella realtà: è dentro di essa, quasi ne tocca fisicamente i protagonisti con le dita. La sensazione di contatto tattile è parte imprescindibile della sua arte. Addirittura egli interpreta una tecnica tradizionale quale l’acquarello come un mezzo percettivo, finalizzato proprio al contatto: dov’è il calore della vita? Come immergersi in essa? (…)”.
 
La Russia oggi è un paese culturalmente vivace e aperto alle novità, anche e soprattutto nel mondo dell’arte”, afferma Dario Nardella, Sindaco di Firenze. La mostra di Esionov rappresenta “un ulteriore tassello che rafforza l’amicizia tra i due paesi e apre le porte della nostra città e dei suoi immensi tesori artistici alla commistione con il grande paese dell’Est, così cambiato negli ultimi decenni e con così tanto da scoprire anche dal punto di vista culturale”.
 
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale della Toscana ritiene che “questa mostra possa essere un vero e proprio evento che catalizzerà tutta l’attenzione cultura della città in quei giorni, vista la grande fama dell’artista e delle sue opere. D’altronde la storia degli artisti russi a Firenze è piena di significato e l’arte russa e Firenze si sono incontrate tantissime volte nel corso delle loro centenarie storie”.
 
La mostra “Neo-nomadi e Autoctoni” è accompagnata da un catalogo edito da Polistampa con gli interventi critici a cura di Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Andrea Granchi, Presidente della Classe di Pittura dell’Accademia delle Arti del Disegno, Alexander Borovsky, curatore della mostra, e con i contributi scritti di Dario Nardella, Sindaco di Firenze, di Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale della Toscana, di Zurab K. Cereteli, Presidente dell’Accademia Russa di Belle Arti.
 
La mostra “Neo-nomadi e Autoctoni” rappresenta uno dei principali avvenimenti artistici italiani del 2019 e sarà la prima tappa di un ciclo di mostre personali volte a far conoscere in Italia l’arte, la ricerca artistica e la poetica di Andrey Esionov. Dopo Firenze, la mostra proseguirà a Roma dove, nel mese di settembre 2019, le opere dell’artista saranno esposte nella splendida cornice del Museo di San Salvatore in Lauro.    
 
 

La mostra sarà visitabile dal 6 marzo al 28 aprile 2019 con i seguenti orari: 
Da martedì a sabato: ore 10.00-13.00 e 17.00-19.00
Domenica: ore 10.00-13.00 
Lunedì chiuso
Ingresso libero

.. 

Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 1 marzo 2019

Verrocchio protagonista di una mostra a Palazzo Strozzi


Dal 9 marzo al 14 luglio 2019 Verrocchio, il maestro di Leonardo riunisce per la prima volta a Palazzo Strozzi, con una sezione al Museo Nazionale del Bargello, straordinari capolavori di Andrea del Verrocchio, uno dei maggiori maestri del Quattrocento, a confronto serrato con opere capitali di precursori, fiancheggiatori e discepoli, come Desiderio da Settignano, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci. Nel 2019 si celebra il cinquecentesimo anniversario della morte di quest’ultimo, il suo più grande allievo, e l’esposizione si offre come uno dei più importanti eventi a livello internazionale nell’ambito delle celebrazioni leonardiane.


Curata da due tra i maggiori esperti del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, la mostra comprende oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, e costituisce la prima retrospettiva mai dedicata a Verrocchio, mostrando al contempo gli esordi di Leonardo da Vinci, con sei sue opere, alcune delle quali per la prima volta esposte in Italia. Una esposizione straordinaria che offre uno sguardo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico. L’esposizione si propone di illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione.


Nella storia dell’arte solo Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine a una “scuola” paragonabile a quella di Verrocchio. Tramite il suo insegnamento si formarono artisti che hanno diffuso in tutta Italia, e fuori, il gusto e il linguaggio figurativo fiorentino, come testimoniano opere quali il David in prestito dal Museo Nazionale del Bargello, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e della città di Firenze stessa, e il Putto col delfino, in prestito dal Museo di Palazzo Vecchio, opera capitale e modello di naturalezza. Alla scultura si affiancano dipinti supremi come la Madonna col Bambino della Gemäldegalerie di Berlino o la Madonna col Bambino e angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo della National Gallery di Londra: capolavori presentati insieme per la prima volta, che attestano lo straordinario talento di Verrocchio nel campo della pittura, in cui diviene punto di riferimento per i suoi celebri allievi. 
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la National Gallery of Art di Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020). Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione CR Firenze.

Nicoletta Curradi