Ora di Ottawa

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mercoledì 27 giugno 2018

Gallery Hotel Art Firenze e Manteco, un evento artistico durante Pitti Filati 83



Partner di eccellenza del Gallery Art Hotel nonchè sostenitore del Centro Pecci, è l’azienda tessile Manteco di Prato che festeggia i suoi 75 anni di attività  in occasione di Pitti Filati 83 supportando  il progetto artistico del Gallery Hotel Art Firenze. Un’azienda familiare leader nei tessuti che guarda alla contemporaneità e al futuro, sempre più green e ecologico. L’azienda tessile, attraverso il lavoro portato avanti da Franco Mantellassi, figlio di Enzo fondatore dell’azienda, è da sempre impegnata sul versante della sostenibilità ambientale ottenendo quest’anno, insieme ad altre cinque aziende italiane di eccellenza, l’importante riconoscimento del premio “radicalgreen”. Il sostenere anche un progetto sull’arte contemporanea avvalora la mission aziendale proiettata verso la ricerca e l’innovazione.
Da fine giugno il Gallery Hotel Art Firenze ha un nuovo “look”. La facciata esterna è interessata da un lavoro site specific, Waterbones, ad opera dell’artista fiorentino Loris Cecchini, a cura del Centro Pecci di Prato e in collaborazione con Galleria Continua.



Un immenso rampicante di acciaio inox composto da 3700 moduli assemblati in un numero infinito di combinazioni che assomigliano alla crescita organica o all'aggregazione cellulare: l'opera avvolge come un’edera l’intero edificio di Vicolo dell’Oro. Un lavoro di public art dedicato a tutti gli ospiti del Gallery Hotel Art Firenze e ai tanti turisti in visita a Firenze. 

È una scultura architettonica creata attraverso un processo di design digitale e produzione industriale, concepito proprio per uno spazio esistente. Scienza, arte e poesia si uniscono dando vita a un progetto unico che combina metodi di produzione industriale, sperimentando materiali associati a temi scientifici e filosofici, come la creazione naturale e la proliferazione spontanea.

Gruppo Editoriale ha pubblicato uno splendido catalogo dedicato all'opera. 

Nicoletta Curradi

martedì 26 giugno 2018

Simone Loguercio miglior Sommelier della Toscana 2018

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Simone Loguercio, sommelier della delegazione di Firenze è il Miglior Sommelier della Toscana 2018. L’elezione è avvenuta ieri sera 25 giugno al termine della finalissima che si è tenuta a Firenze all’Hotel The St.Regis Florence di Piazza Ognissanti, disputata su prove di riconoscimento alla cieca, servizio e comunicazione.

“Il concorso di Miglior Sommelier della Toscana lo sento un po’ come un figlio – ha premesso il neo Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – anche perché la nascita e lo sviluppo della Scuola Concorsi è stata uno dei pilastri fondativi della mia attività in Associazione, territoriale prima e nazionale poi. Tuttavia questa è la prima edizione da Presidente regionale e la soddisfazione per aver fatto un buon lavoro fino ad oggi è palpabile. Ho calcato anche io questo palcoscenico e a me come a tutti gli altri che si sono susseguiti negli anni ha portato fortuna: molti infatti, dopo aver conquistato questo titolo hanno ottenuto ottimi riconoscimenti nei concorsi nazionali e internazionali. Un augurio di cuore di buona fortuna a tutti coloro che in questo progetto investono tempo e risorse, sottraendolo spesso alla propria attività e alla propria famiglia: è ammirevole come essi riescano a portare avanti studio e lavoro con la massima professionalità, L’unico consiglio che mi sento di dar loro per continuare a trarre soddisfazione da queste esperienze è quello di non sentirsi mai arrivati e mettersi in gioco per migliorare sempre più la propria professionalità, misurandosi prima che con gli altri, con se stessi”.

L'occasione del concorso Miglior Sommelier della Toscana AIS 2018 ha altresì sancito ufficialmente il passaggio di testimone a Cristiano Cini da parte del Presidente uscente Osvaldo Baroncelli"Al termine del mio terzo ed ultimo mandato ci sono tante persone che sento la necessità di ringraziare. A partire dalla squadra dei delegati con cui ho sempre lavorato proficuamente all'insegna della passione, competenza e professionalità; insieme abbiamo percorso molta strada e contribuito a far crescere l'AIS Toscana. Il merito se in ogni territorio si sono create le condizioni per uno sviluppo della nostra realtà associativo è soprattutto loro. Grazie al team di lavoro, ai consorzi e produttori che ci hanno guidato a scoprire i loro terroir, agli enti e alle istituzioni con le quali si sono potuti realizzare progetti ed eventi di alto spessore. Per me sono stati dodici anni di crescita professionale ma anche umana, dove l'amicizia e l'aggregazione sono state basi fondamentali di un viaggio che ha coinvolto me e gli altri nel desiderio comune di comunicare il vino".
  
Simone Loguercio, che lavora come sommelier al ristorante Konnubio di Firenze ha ottenuto il gradino più alto del podio precedendo Simone Vergamini della delegazione di Lucca e - al terzo posto a pari merito - Clizia Zuin della delegazione di Firenze e Valentino Tesi della delegazione di Pistoia.

“Sono davvero molto emozionato – sono state le parole di Simone Loguercio subito dopo la proclamazione - perché vincere a Firenze, a casa, ha per me un sapore ancora più piacevole. Ho iniziato giusto l'anno scorso con i concorsi partecipando al Miglior Sommelier della Toscana e da allora è stato un crescendo di soddisfazioni fino a quella, apicale, di oggi. Grazie alla Scuola Concorsi, a Simona Bizzarri e a tutto quello che mi ha dato l’AIS per poter arrivare fin qui, in particolare la mia delegazione ed i relatori che hanno accompagnato me e gli altri concorrenti in questo percorso”.

Alla premiazione del vincitore, ha fatto seguito la presentazione del numero speciale del Sommelier Toscana editato dal Gruppo Editoriale dedicato ai dieci anni della rivista e una degustazione di vini di produttori rigorosamente toscani.

Simone Loguercio della delegazione di Firenze è stato eletto Miglior Sommelier della Toscana 2018

Fabrizio Del Bimbo 

A cavallo del tempo, l'arte di cavalcare in mostra alla Limonaia grande di Boboli


Solendida esposizione  quella aperta fino al 14 ottobre 3018 alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli dal titolo "A cavallo del tempo", curata da Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci. 

Il cavallo figura fra gli ultimi animali ad essere addomesticato. Solo sul finire del IV millennio a.C.,  nelle  steppe dell’Asia  centrale,  per laprima volta il cavallo cessò di essere semplicemente una preda da carne per intrecciare sempre più strettamente il suo destino con quello dell’uomo. La mostra, a cura di Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci e ospitata nella settecentesca Limonaia del Giardino di Boboli a Firenze dal 26 giugno al 14 ottobre, vuole raccontare proprio questo antico rapporto con una selezionedi oggetti che, spesso trascurati nell’esposizioni museali a vantaggio di opere più appariscenti, sono invece in grado di narrare le mille sfaccettature di una relazione che coinvolgeva ogni aspetto della vita quotidiana. “Quale sia stato il luogo in cui sia nata e sviluppata la domesticazione del cavallo è ancor oggi uno degli argomenti di più acceso dibattito nella letteratura scientifica. Sembrerebbe, però, del tutto illogico immaginare che ilcavallo abbia iniziato la sua millenaria storia di convivenza con l’uomo in un luogo diverso da quello dell’Europa orientale e delle steppe euroasiatiche” scrivono Camin e Paolucci sul catalogo edito da Sillabe.Strumenti   necessari   al   controllo   dell’animale   (morsi,   filetti,   speroni,   staffeetc.) sono esposti in mostra accanto a una serie di opere scelte per illustrare,nel  modo   più diretto  e   realistico,  il  ruolo   primario   che  il   cavallo   ebbe  nel mondo antico.  I reperti presenti, quasi un centinaio, provengono da decine di musei italiani e stranieri e illustrano un arco di tempo di oltre duemila anni,dalla prima età del Ferro sino al tardo medioevo.  Il percorso, incentrato soprattutto sul mondo italico, è articolato in  cinquesezioni, ognuna delle quali è dedicata a un particolare momento storico: laPreistoria,   il   mondo   greco   e   magno   greco,   il   mondo   etrusco   evenetico, l’epoca romana e il Medioevo. Fra i numerosi reperti che, per la prima volta, saranno restituiti alla curiositàdel pubblico figura il carro di Populonia. Questo rarissimo esempio di calesseetrusco, rinvenuto alla metà del XX secolo nella cosiddetta Fossa della Biga, èstato   ricomposto   a   seguito   del   recente   intervento   di   restauro,   eseguitoproprio in occasione di questa mostra. L’opera, realizzata in legno, ferro ebronzo e databile agli inizi di V secolo a.C., costituiva un veicolo ad andaturalenta destinato al trasporto di personaggi di alto rango.Di particolare suggestione sono anche due crani equini rinvenuti durante gliscavi della necropoli occidentale di Himera e oggi conservati presso il MuseoPirro  Marconi  del Parco Archeologico  di  Himera. Nel  480  a.C.,  a Himera, iSiracusani   sconfissero   i   Cartaginesi   in   un   violento   scontro   che   portò   allamorte di centinaia di soldati e cavalieri. In prossimità del luogo della battagliasono   state   rinvenute   fosse   comuni   e   tombe   destinate   ai   corpi   dei   caduti,affiancate da sepolture equine. Gli esemplari  esposti in  mostra presentanomorsi ad anello bronzei, un tipo di imboccatura nota prevalentemente in areaiberica, che sembra confermare la presenza di mercenari ispanici entro le filadell’esercito cartaginese, come testimoniato anche da Erodoto (VII, 165). Illoro rinvenimento risulta straordinario: infatti, nel V secolo a.C. sono assairare le attestazioni di sepolture equine nel mondo greco e Magno greco. 
la risonanza dell’evento fece sì che i soldati e i loro cavalli fossero oggetto diparticolari onorificenze. Vera e propria sintesi del rapporto fra uomo e cavallo può essere consideratala kylix attica a figure rosse con Atena e il cavallo di Troia, oggi conservatapresso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. L’esemplare, dipinto dal Pittore  di   Sabouroff,   attivo   tra   il   470-460 e il  440-430  a.C.,   presenta   sultondo interno la raffigurazione della dea Atena seduta su trono, intenta ad accarezzare un cavallo di grandiose dimensioni. L’animale è ornato di tainiainiketeriai, le bende in lana rossa simbolo di vittoria. La maggioranza degli studiosi si trova pertanto concorde nell’identificarvi Atena insieme al Cavallodi Troia, emblema dello stratagemma da lei stessa architettato, che portò alla conclusione della guerra con la vittoria achea. A questi reperti se ne aggiungono molti altri che affronteranno i più diversi aspetti del rapporto fra uomo e cavallo. Nel lavoro quotidiano (esemplificatoin mostra da un rarissimo giogo ligneo dai relitti delle navi di Pisa) come nelgioco, nella guerra come nelle celebrazioni religiose i destrieri furono sempre reuna   presenza   costante   al   fianco   dell’uomo.   Ultimo   fra   gli   animali addomesticati,   il   cavallo   seppe   infatti   strappare   un   ruolo   di   primo   pianonell’arte, nella società  e nella  letteratura  del mondo antico grazie alla sua innata bellezza e nobiltà che, inevitabilmente, finivano con l’irradiarsi anche al suo cavaliere. Come sintetizza efficacemente Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degliUffizi,  “l’intero   concetto   di   questa   mostra   sembra   contenuto   in   una   delleopere che vi sono esposte, una splendida coppia di frontali in bronzo e avorio,del IV secolo a. C., destinati a proteggere il muso del cavallo: il perimetrodella   lamina   sagomata   e   decorata   a   sbalzo   ne   segue   pertanto   l’anatomia
 llungata, ma al suo interno, invece di una fisionomia equina, racchiude le sembianze   di   un   volto   umano   con   un   elmo   sul   capo.   Cavallo   e   cavaliere diventano una cosa sola. Dal Paleolitico a tutto il Cinquecento, la rassegna difatto   indaga   questo   rapporto,   di   un’attualità   spesso   insospettata,   e   che attraversa tutta la nostra storia”.La multivisione “A cavallo del tempo”, ideata e diretta da Gianmarco D’Agostino, completa il percorso espositivo con proiezioni di circa 300 metri quadri. La corrispondenza visiva tra opere in mostra e immagini dal vero, insieme a una colonna sonora immersiva, arricchisce il viaggio alla scoperta dell’amicizia attraverso i secoli tra uomo e cavallo.A corredo della mostra sono state attivate numerose iniziative destinate alla divulgazione dei principali temi legati al cavallo nel mondo antico. Le propostesono legate ai centri estivi comunali che, sin dai prossimi giorni, frequenteranno quotidianamente il Giardino di Boboli. Oltre alle consuete visite guidate, tenute da personale appositamente formato di Opera Laboratori e pensate principalmente per un pubblico di giovani e giovanissimi,è stato organizzato uno scavo archeologico simulato. In uno spazio appositamente riservato, i bambini potranno provare l’emozione di portare in luce la riproduzione di un reperto esposto in mostra integro o frammentato. Ai giovani archeologi il piacere della scoperta e la sfida di ricostruire integralmente una coppa attica oppure piccole sculture in terracotta. Inoltre sarà organizzato in collaborazione con l’Associazione Cavallo Ambiente di Firenze un laboratorio di avvicinamento al cavallo che prevederà la presenza di un animale in carne e ossa in prossimità della sede espositiva. Operatori specializzati seguiranno i gruppi dei bambini, aiutandoli a  strigliare, accarezzare e a conoscere questo splendido amico.

Nicoletta Curradi 

giovedì 21 giugno 2018

I fiori di Mimisol a Pitti Bimbo 87



Successo a Pitti Bimbo 87 della nuova collezione Mimisol per l'estate.

“Se penso alla primavera vedo distese di campi fioriti nei
colori dall’indaco al giallo al fuxia a tutte le sfumature
delle rose. E poi arriva l’estate, calda, che porta il lilla della
lavanda, il profumo del mare, la sua brezza leggera e l’ombra
rinfrescante. Penso agli impressionisti francesi.”
È da questi pensieri di Imelde Bronzieri, condivisi un
pomeriggio con l’amico Fabrizio Sclavi, che rende spunto la
collezione Estate 2019 di Mimisol: un’illustrazione di Fabrizio
tradotta in stampa, un mare in fiore, un mare di fiori, una
geometria floreale nel verde dei prati e nell’azzurro del mare,
dalle quali fanno capolino curiosi pesciolini rossi.
Una collezione trasversale e versatile, pensata per ogni
occasione, abiti in organza stampati o con applicazioni di
fiori, colori cangianti che rimandano alle trasparenze delle
acque e dei giardini di Monet; abiti, pantaloni e gonne dalle
linee pulite ma in preziosi tessuti cloquet che ricordano fiori
e murrine veneziane; completano la collezione preziose
t-shirt e divertenti completi jogging.
L’ispirazione della collezione è perfettamente interpretata
dalla videoarte di Mauro Balletti, che presenta a Pitti Bimbo  edizione 87
un’installazione da lui curata.
COLLEZIONE ESTATE 2019
Un mare di fiori


Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

Fritz Koenig celebrato in una retrospettiva agli Uffizi e al Giardino di Boboli


Fino al 7 ottobre Firenze celebra Fritz Koenig, da molti considerato fra i più importanti scultori del ventesimo secolo, con una grande mostra monografica, la prima dopo la sua morte, presentando nei magnifici spazi verdi del Giardino di Boboli e nelle sale degli Uffizi una grande quantità di sueopere, fra sculture e disegni, compresi anche, per la prima volta, i lavori degliultimi quarant’anni della sua vita. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ben volentieri ha messo a disposizione gli spazi di sua competenza per questa occasione straordinaria.Il bronzo, la pietra, il corten delle monumentali sculture di Koenig ritmano gli spazi del capostipite dei giardini all’italiana offrendo alla vista l’intreccio prezioso fra le loro forme, lisce o ruvide, spesso apparentemente instabili e padrone di uno studiato disequilibrio, e lo sfondo di panorami unici e le quintedelle siepi, dei grandi alberi, dei prati.Personalità forte e complessa Koenig negli anni rifiutò il mondo dell’arte e decise di ritirarsi, con la moglie Maria, nella sua tenuta di Ganslberg, in Baviera, dedicandosi con passione anche ai suoi amati cavalli purosangue arabi dei quali diventò allevatore, ai suoi pavoni, alle galline, ai gatti, insomma alla sua “arca di Noè” come la chiamava, circondato dalla sua collezione di arte africana tra le più notevoli al mondo. “Fritz Koenig aveva occhi blu, attenti. Aveva anche delle mani bellissime con dita forti e allo stesso tempo affusolate, proprio come lui stesso le ha disegnate. Era un uomo pieno di fascino, subito ammaliava chiunque. Il fascino è, secondo un’ineguagliabile definizione di Albert Camus, ciò che portauna persona a dire sì prima ancora che gli sia stato chiesto qualcosa. Con le donne diventava addirittura un seduttore, e a loro non riusciva a resistere”

scrive sul catalogo Alexander Rudigier, curatore della mostra. Proprio l’amore,l’eros è stato fra temi dominanti del suo lavoro, come la morte del resto, gli epitaffi, l’olocausto.Ci andò a New York, Koenig. La sfera si era miracolosamente salvata dal disastro grazie a due grandi lastre di acciaio che precipitate l’avevano protetta. Si era danneggiata ma non gravemente, l’artista intervenne, la restaurò ed è ancora lì, a Ground Zero.Fritz Koenig è nato il 20 giugno 1924 ed è morto il 22 febbraio 2017.La mostra si svolge sotto il patronato del Duca Franz di Baviera, amico personale dell’artista e importante collezionista internazionale di arte contemporanea.





Nicoletta Curradi 

martedì 19 giugno 2018

The 10th Salon of Excellence in Florence for Pitti Uomo 94


SALON OF EXCELLENCE
10th edition
featuring
THE NEW SARTORIAL THREAD
presented by
Lanificio Fratelli Cerruti
FLORENCE - 94th PITTI IMMAGINE UOMO
JUNE 12, 2018
Palazzo Capponi Vettori - Lungarno Guicciardini 1

NEW SARTORIAL THREAD competition, created by LANIFICIO CERRUTI and DeGORSI Luxury Consulting, awards GENNARO ANNUNZIATA of Sartoria CHIAIA, as the finest young tailor in the 2018 global edition of this esteemed challenge for talented tailors of the new generation.
On June 12th, at the sumptuous setting of Palazzo Capponi Vettori in Florence, under the auspices of PITTI UOMO, Salon of Excellence and Fashion Frames were officially opened by Alex Dordevic, chairman and Cris Egger, co-chair of the event. They underlined the importance of talented artisans for the fashion system and PITTI as the platform for nurturing young generation of talents.
At the award ceremony, members of the New Sartorial Thread jury (acclaimed author Bernhard Roetzel, Antonio Panico - master tailor of historic Neapolitan Sartoria Panico and Umberto Paccotto of Lanificio Cerruti, awarded GENNARO ANNUNZIATA of SARTORIA CHIAIA from Naples,  as the winner of 2018 edition and proud bearer of the New Sartorial Thread title.
Additionally, the jury awarded Best in Style 2018 to Sartoria Fabio Sodano from Naples, Best in Craftsmanship 2018 to Julian and Charles de Luca of Stark & Sons from Paris, while the special iTravel award of Lanificio Cerruti was presented by Alessandro Botre of Arbiter magazine, to tailor Vincenzo Cuomo of Sartoria Cuomo from Naples, for the best interpretation of unique features fo this amazing cloth, exclusively created by Lanificio Cerruti.
Following the conference part, moderated by Fabiana Giacomotti from La Sapienza university of Rome, where important aspects of eco-sustainability of fashion  was  discussed with Mario dell Oglio, president of Buyers chamber of Italy, Francesco Pignatelli creative director of Carlo Pignatelli, VIP guests and media met participants of Masters of Craftsmanship.
This special segment of the event, promotes established artisans and emerging brands with paramount attention to craftsmanship of their handmade products. It featured some of the finest shirtmakers in the world: bespoke artisan Alessandro Siniscalchi of Maison Siniscalchi of Milan presented in cooperation with DeGorsi, a new line of collarless linen shirts called Urban Safari, while esteemed shirtmaker MAROL from Bologna, led by ever so elegant Bo Yang, showcased their vision of excellence in craftsmanship with full display of their shirt models in silk, linen and cotton.
Emerging brands segment featured uniquely bold concept of bespoke luggage by UGLYS, Naples that allows clients to create online a bespoke bag to their liking. The exclusive bespoke shoemaking was superbly showcased by Calzaturificio DUCAL of Florence, who displayed their latest selection of monk straps, in particular model Mr.Bateman inspired by the 80s styles and co-created with DeGorsi, in the finest lizard leathers and sublime color combinations. 
The accessories segment was covered by young and talented Minardi brand, showcasing very original ties, braces and even Iphone covers created with Lanificio Cerruti fabrics.  As a cherry on top, Fabio Attanasio of the Bespoke Dudes Eyewear, showed its newest range of handmade sunglasses, appreciated by style aficionados worldwide.
As noted previously by Raffaello Napoleone, CEO of PITTI IMMAGINE, the Salon of Excellence proved itself once again as an important appointment for all those who appreciate excellence in craftsmanship during the PITTI UOMO.
HAIR/MAKE UP: HM make up ITALY
PHOTO: I TRANCHESE photography

Nicoletta Curradi 

giovedì 14 giugno 2018

Icons di Steve McCurry a Villa Bardini




In 100 scatti 40 anni di attività del maestro della fotografia mondiale ei
Una sala è dedicata alle primissime foto in bianco e nero scattate in Afganistan


In 100 scatti il grande viaggio nell’umanità di Steve McCurry (Darby, PA, 1950). E’ il tema della retrospettiva ‘Steve McCurry. Icons’ che da domani, 15 giugno al 16 settembre a Villa Bardini (Costa san Giorgio, 2 – tel 055 20066206 - 2638599) riunisce le immagini più suggestive di uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea che espone per la prima volta nel capoluogo toscano. La mostra è curata da Biba Giacchetti, è organizzata da Photodepartments e SudEst57 ed è promossa dalla Fondazione CR Firenze e dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il Comune Firenze –Settore Cultura e la collaborazione di Unicoop Firenze. L’hanno presentata stamani alla stampa, assieme alla curatrice, Jacopo Speranza, Presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e Donatella Carmi, Vice Presidente Fondazione CR Firenze.
Sono raccolte le immagini più significative che documentano quanto di meglio l’artista americano ha realizzato in 40 anni di attività in un viaggio simbolico, nel complesso universo di esperienze e di emozioni, che ha toccato paesi come l’India, l’Afghanistan, la Birmania, il Giappone, il Brasile. Non manca il ritratto di Sharbat Gula, la ragazza afghana che McCurry ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che, con i suoi grandi occhi verdi e col suo sguardo triste, è diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale. Una sala è dedicata alle immagini in bianco  nero scattate dal maestro, neppure trentenne, tra i rifugiati travolti dal colpo di stato in Afganistan. Furono queste foto, pubblicate dai giornali di tutto il mondo, a renderlo famoso e a dare inizio alla sua folgorante carriera.
All’interno del percorso espositivo è proiettato il filmato, prodotto dal National Geographic, dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, 17 anni dopo, ‘la ragazza afgana’ ormai adulta.
La mostra è corredata da un catalogo (Edizioni SudEst57, 100 pagine, 25 euro) nel quale Steve McCurry ha selezionato con Biba Giacchetti le sue immagini più belle, più famose o verso le quali nutre un sentimento particolare legato al momento in cui le ha scattate. Per la prima volta il maestro racconta le sue icone una ad una svelandone i retroscena. Flash appassionanti di storia del mondo, lunghi appostamenti in cerca dell’inquadratura perfetta, o incontri fortuiti che lasciano il segno nei suoi ritratti unici, a cominciare da Sharbat Gula, la piccola afghana, fino al nomade Kuchi, in testa al suo branco di cammelli, fermato per le strade di Srinagar in Kashmir, o come i monaci Shaolin che hanno improvvisato per McCurry una vera esibizione del loro talento, tutti esempi e simboli della dignità e della fierezza umana che solo lui sa raccontare.
“Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate – ha affermato la curatrice Biba Giacchetti - mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Con le sue foto ci consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia, infatti, con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e d’ironia. Sono le immagini da lui più amate, raccolte in una sorta di viaggio libero che parte da grandi sezioni di ritratti, affronta temi più seri, come le guerre, l’11 settembre, i monsoni e il terremoto del Giappone, per fondersi poi in sale più rasserenanti che ospitano immagini più poetiche, tratte dai grandi progetti di McCurry sulla spiritualità e sulla lettura’’.
‘’Siamo onorati di poter ospitare questo evento – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron Jacopo Speranza – anche perché questo luogo coltiva da sempre uno stretto legame con la fotografia. Per tradizione ospita mostre fotografiche che raccontano luoghi e culture, come Italia-Metafisica George Tatge, di recente Luca Berti con la mostra Norden. Oggi i 100 scatti di ‘Icons’ rappresentano una nuova occasione per valorizzare questa straordinaria espressione artistica in un luogo che invita il visitatore ad immortalare attimi di pura bellezza. Una vera e propria vocazione alla fotografia in ogni suo angolo’’.
‘’Fondazione CR Firenze – ha sottolineato la Vice Presidente Donatella Carmi - è impegnata nella valorizzazione delle espressioni artistiche e la fotografia è senz'altro una di queste. Una delle collezioni più importanti che abbiamo, seppure su tela, è quella delle vedute di Firenze e mi piace pensare che questa mostra possa essere invece una veduta sul mondo a partire da Villa Bardini. Scatti ricchi di storia, cultura, tradizioni che si rintracciano nei volti e nei ritratti dei loro protagonisti’’.
STEVE McCURRY. ICONS
15 giugno – 16 settembre
Villa Bardini, Costa San Giorgio, 2 e Via dei Bardi 1rosso – 50125 Firenze
Orario: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00
(ultimo ingresso alle ore 18.00) – Lunedì chiuso
Ingresso: 10 euro; ridotti 5 euro (comprensivo dell’ingresso al giardino)
Parcheggio gratuito riservato all’interno del Forte Belvedere
Info e prenotazioni: 055/200.66.233 con orari di risposta martedì e giovedì 10-13 e mercoledì 14-16.
Visite guidate gratuite il sabato e la domenica alle ore 16.30 e 17.30
eventi@bardinipeyron
www.villabardini.it














 

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Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi is

mercoledì 13 giugno 2018

Presentata Utopia del Buongusto XXI edizione



Con l’estate ritorna il festival Utopia del Buongusto di Teatro Guascone (Pontedera – Pisa 4th) che quest’anno compie ventuno anni ed entra nel suo secondo ventennio di vita. Come sempre, promette anche per il 2018 un pieno di serate a base di cene e Teatro. Ventunesimo atto di scorribande del primo esperimento internazionale di vita godereccia. Per la direzione artistica di Andrea Kaemmerle. Il motto è sempre lo stesso: “Si può solo godere o soffrire, godicchiare non è serio”. Due le cifre che l’accompagnano: oltre 1300 serate in venti anni con più di 125.000 spettatori.

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In cinque mesi ci saranno 47 date disseminate in tutta la Toscana, dal 15 giugno fino al 20 ottobre tra le province di Arezzo, Livorno, Firenze, Lucca e Pisa, in 18 Comuni: Altopascio, Bientina, Calcinaia, Capannoli, Capannori, Casale Marittimo, Casciana Terme Lari, Castellina Marittima, Crespina Lorenzana, Fucecchio, Livorno, Montaione, Pisa, Ponsacco, Pontedera, Santa Maria a Monte, Terranuova Bracciolini e Vicopisano.

Tra i vari e tanti ospiti ci saranno molte compagnie tutte da scoprire provenienti da tutta l’Italia. Il battaglione di artisti che accompagna il festival si rinnova e conferma ogni anno. Il tempo ha fatto regalo di grandissime collaborazioni con persone vere. Arrivano corpi a rinnovare gli anticorpi contro solitudini e paure. Sarà un estate di grandi attori, di autori imperdibili e di storie sconosciute. Poi musica dal vivo in enorme dosaggio.

Non mancheranno le novità teatro tra cui due prime nazionali: Guascone Teatro presenta “Sorellamen “ La vera storia di tre sorelle finte, con Adelaide Vitolo, Irene Rametta, Valentina Grigò ed Emiliano Benassai. Drammaturgia e regia di Andrea Kaemmerle. Mentre l’Associazione Archetipo propone “Gesti e gestacci”, di e con Alberto Severi.

Novità in cucina: la cena dello chef, con cene speciali più ricercate e spesso a tema e le cene in formato pic nic, organizzate in radure o in particolari spazi all’aperto. In questo caso si può scegliere se prenotare un cestino contenente alcune leccornie oppure portare qualcosa da casa. L’importante è avere dietro un plaid, poi Guascone Teatro, offre acqua, vino, dolci e vin santo.

Utopia del Buongusto si propone ancora come la più grande rete regionale di Teatro all’aperto, più che un evento raro, una buona abitudine normale e semplice. Come sempre Utopia scova e offre al suo pubblico tanti spettacoli inediti, sostenendo la nascita di nuovi copioni e la ricerca drammaturgica.

Nonostante i tagli e le sforbiciate ai bilanci “Utopia” è tornata. Ci prova lo stesso e anche quest’anno sarà un viaggio teatral - gastronomico per aie, frantoi, cortili e sagrati, sempre pronto a sedurre il pubblico con cibi ancora un po’ più buoni e spettacoli ancora un po’ più belli. Una promessa per chi incontra solo adesso la manifestazione diretta da Andrea Kaemmerle. L’atmosfera informale e birbante dei primi anni c’è sempre, ancora la stessa voglia di incontrare persone, accompagnarsi nelle notti di estate e coltivare semi di umanità.

Utopia 2018 parte venerdì 15 giugno alle 21,30 in Piazza dei Cavalieri a Pisa, dove Guascone Teatro presenta “Il grande silenzio”. Una grande festa con Andrea Kaemmerle, Alberto Severi, Michele Crestacci, Paolo Hendel, Francesco Bottai, Fabrizio Checcacci, Fabio Fantini, Adelaide Vitolo, Irene Rametta, Valentina Grigò e RasKornica Orkestra. Eccezionalmente lo spettacolo è ad Ingresso gratuito. Cena presso il ristorante La Tana ad euro 15,00. Info e prenotazioni 3280625881 – 3203667354.

La presentazione di Andrea Kaemmerle (direttore artistico di Guscone Teatro)

«2018, “Il grande silenzio”, l'entrata nel II° ventennio. Come può un festival con più di 1300 serate alle spalle ululare alla luna di un nuovo grande inizio? Premesso che in Italia ogni affermazione è ritrattabile e smentibile senza particolare obbligo di gogna, si può! Riparte più folle e agguerrita che mai la carovana di artisti più instabile e geniale che abbia scollinato il millennio, come un corridore che a metà percorso si voglia convincere di essere appena partito e tenta lo scatto. Sebbene in questi primi 20 anni siano accadute cose bellissime, ci siamo imposti di migliorare in ogni piccolo aspetto, nella battaglia contro il vuoto che avanza non si possono concedere vantaggi al nemico. Dunque i luoghi saranno più unici, gli spettacoli quasi tutti in esclusiva e le cibarie ancora più gaudenti ed abbondanti. Per salvare il mondo dal palloso urlare di jene isteriche ormai rimane pochissimo tempo. Nel libretto trovate una guida onirica e seducente per riempire la vostra estate di cultura, amicizia, innamoramenti e tenerezza (che per dirla con Renato Zero, è un talento nostro). Un capolavoro di fili intreccia 14 compagnie per 30 spettacoli per 47 serate in 5 mesi in 18 comuni. Il resto fatelo voi. Sta a voi muovere, date un nome a quella voglia di qualcosa  di meglio che tocchi le vostre serate. Il nome che gli abbiamo dato noi è Utopia del Buongusto ed ha sempre lo stesso motto "si può solo soffrire o godere, godicchiare non è serio"».

Istruzioni per un buon uso di Utopia - Le cene iniziano alle 20,00. Gli spettacoli alle 21,30. Dopo ogni spettacolo verranno offerti al pubblico Vin Santo, cantuccini ed altri dolci. Si consiglia vivamente di prenotare le cene con almeno un giorno di anticipo telefonando direttamente  ai numeri dell’organizzazione. Cena (facoltativa) ore 20,00 – Euro 12,00 –Escluso eventi speciali. Inizio spettacoli ore 21,30 - Euro 8,00 -  Escluso eventi speciali.

Cena dello CHEF (novità 2018). Si tratta di cene speciali firmate da uno chef, più ricercate e spesso a tema euro 20,00.

E’ possibile prenotare anche per SMS indicando cognome, numero dei prenotati, spettacolo e data dell’evento. Importante: questo tipo di prenotazione sarà valida solo quando confermata dagli organizzatori con sms di risposta da mostrare poi alla biglietteria. Informazioni e prenotazioni 3280625881 - 3203667354 - www.guasconeteatro.it.

I vini di Utopia questo anno vedranno un salto di qualità, nella maggior parte delle cene(ove non specificato diversamente) sarà servito un IGT Toscano 90% sangiovese e 10% Merlot invecchiato quattro anni e passato in Barrique prodotto dalla famiglia Castellani che in ogni serata presenterà il suo vinsanto abbinato ai famosissimi cantuccini della pasticceria artigianale Masoni di Vicopisano. Il sapere gustoso di due famiglie che da generazioni producono piaceri con grande intensità.

Utopia del Buongusto è un progetto realizzato da Guascone Teatro. Organizzazione Adelaide Vitolo, ufficio stampa Fabrizio Calabrese, comunicazione Fabrizio Liberati, responsabile tecnico e grafica Marco Fiorentini, direzione artistica Andrea Kaemmerle.

Si ringraziano inoltre  per la preziosa collaborazione, Asja Grisafi, Eva Santalucia, Simone Fiorentini, Ernesto Fontanella e tutti i volontari che rendano possibile il festival.

Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 11 giugno 2018

The elegance of speed, fotografie dell'archivio Locchi in mostra a palazzo Pitti


Per la prima volta in mostra all'Andito degli Angiolini 90 fotografie dell'archivio Locchi che ritraggono le automobili simbolo del design italiano e delle trasformazioni della storia contemporanea. La mostra si apre nella settimana di Pitti Uomo 94.




Sin dai tempi del Manifesto del Movimento Futurista del 1909 l'automobile ha superato i confini dell'essere un semplice mezzo di trasporto per elevarsi a simbolo di efficienza, tecnologia, design e anche futuro, progresso, velocità. Il rombo assordante, l'odore pungente della benzina, lo stridio delle gomme, l'eleganza delle forme hanno reso questi oggetti di alta tecnologia creati dall'ingegno umano veri e propri miti da adorare e desiderare.
La mostra "The Elegance of Speed"  fino al 16 settembre a Palazzo Pitti a Firenze espone 90 scatti inediti dell'Archivio Foto Locchi che vogliono celebrare i primi 'bolidi' della storia con le fotografie che documentano le gare sulle strade della Toscana, i concorsi al Giardino di Boboli fra il 1934 e il 1965. Proprio a Firenze nel 1853 Barsanti e Matteucci idearono e brevettarono il primo motore a scoppio.


La mostra esalta l'apprezzamento dell'automobile dal punto di vista della tecnica, dell'areodinamica e della struttura e rievoca un periodo di grandi trasformazioni anche nella viabilità cittadina e nella storia di Firenze. L'esposizione è articolata in tre sezioni, una è dedicata alle corse che attraversavano le dolci colline toscane grazie a una rete di competizioni (Circuito del Mugello, Coppa della Consuma, Circuito delle Cascine, Circuito di Firenze e Firenze -Fiesole). Nel giugno del 1935 il leggendario Tazio Nuvolari su un'Alfa Romeo bimotore preparata da Enzo Ferrari in persona battè il record di Hans Stuck proprio sulla Firenze-Mare. 
La seconda sezione riguarda i piloti, uomini innamorati della velocità, esponendo alcuni cimeli come caschi e tute. Oltre a Nuvolari, accanto a lui sono presenti Giannino Marzotto, il thailandese Principe Bira, l'aristocratico Felice Trossi, e la nobile Maria Teresa de Filippis soprannominata 'Pilotino'. Infine la terza sezione è dedicata alle carrozzerie, con tante foto che documentano i concorsi di eleganza destinati al mercato d'élite.

L'Archivio Storico Foto Locchi è tutelato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il suo alto valore artistico e documentaristico poichè raccoglie oltre 5 milioni di immagini sulla storia di Firenze e della Toscana dagli anni Trenta a oggi. L'Archivio nacque per volere di Tullio Locchi e Silvano Corcos, oggi Erika Ghilardi, discendente diretta della famiglia gestisce quello che è considerato un vero e proprio patrimonio della cultura italiana e internazionale.


Fabrizio Del Bimbo

domenica 10 giugno 2018

Verdicchio, the gold of the Marche region .


A journey through the Marche vines

Verdicchio is the most famous and widespread vine of the Marche, the region among the most beautiful and least known in Italy.
The name Verdicchio derives from the color of the berry, which maintains evident shades of green even when fully ripe. Two varieties of wine are born from the vine, that of the Castelli di Jesi and that of Matelica.
The first variety owes its name to the town of Jesi, surrounded by picturesque hills crossed by the Esino, Misa and Musone rivers. On their banks overlook some of the 14 imposing medieval castles, or rather fortified villages, which for centuries have defended the city, small, but of great strategic value. In 1294 the emperor Frederick II  was born there.
The typical clayey-calcareous soil of the region, rich in silt or sand, and the sea air that winds the vineyards even 20-30 kilometers from the sea contribute to the exceptional nature of local wines It is said that the vine was brought to the Marche region late fifteenth century by the Venetians who moved there from the villages depopulated because of the plague. Since the '50s Verdicchio has established itself internationally, and large viticulturists who produce for export coexist with smaller but very active cellars.
The Verdicchio dei Castelli di Jesi has an excellent structure and elegance, a subtle and rich taste with good aging potential; thanks to its high acidity, the vine is also suitable for the production of excellent sparkling wines, both with the classic method and with the Charmat method.
The young Verdicchio wine is fresh, with evident fruity notes; the wine from the late harvest instead stands out in the body without losing its fruity character. These characteristics are typical of the area of ​​Verdicchio Classico, the oldest area. There are 23 DOC zones, among which is the Verdicchio Superiore, characterized by the high percentage of alcohol.
The Verdicchio Riserva provides 24 months of maturation before sale: so the myth that "the white wine has to be drunk only young" is dispelled.
Matelica grapes, unlike Jesi, have slower ripening, on average a couple of weeks, giving rise to wines with a long-lasting perspective


Let's have a glance to some wineries of the territory.

The historic Villa Bucci winery is a reality that has contributed to the revival of quality viticulture in the Castelli di Jesi area. The Villa Bucci, a reserve that does not need any introduction, was born in 1983 and over the years has literally written the history of a territory and a denomination The Bucci family cultivates about 30 hectares of vineyards in Ostra Vetere, small town in the province of Ancona. A wonderful place that hosts the typical varieties of the area: verdicchio, sangiovese, Montepulciano. One of his Verdicchio Riserva dates back to 1992 and is a real surprise for perfumes and vitality.




Near the village of Cingoli is the Cantina Colognola- Tenuta Musone, taken over by the Darini family. This company is dedicated to the cultivation not only of vineyards, but also of oil and cereals. It boasts a vineyard area of ​​about 25 hectares consisting of mainly calcareous soils and climatic conditions that are extremely favorable to the cultivation of the vine. The vineyards are cultivated with verdicchio and, recently, after careful research, the Montepulciano has also been introduced. The work in the vineyards is of fundamental importance for this company that firmly believes in the organic and natural management of the vines to express in the wines the unique character of these fascinating territories. a Among its wines stand out Verdicchio Classico Superiore "Via Condotto" and "Ghiffa".






The Brunori family, which has founded and led its company in San Paolo di Jesi since 1956, ensures that the tradition and care of the various stages of production and marketing of the products are respected. Located in an area particularly suited to viticulture for its climatic conditions, it sees a favorable element represented by the ventilation conditions, as we are on the average hill, in a position sheltered from the winds. Verdicchio Le Gemme Doc 2017, San Nicolò Classico Superiore 2017 and Riserva Classico Docg 2016, Alborada Lacrima of Morro d'Alba 2017 are very good products.



Info: www.marchet.it

Nicoletta Curradi 





venerdì 8 giugno 2018

Inaugurato a Firenze il 7 giugno il primo Student Hotel

THE STUDENT HOTEL
Creare il posto migliore per l'obiettivo dello studente. 
Al TSH grande è l'impegno nel creare strutture all'avanguardnguardia ed esperienze colorate che  cambieranno il nostro modo di vivere, lavorare e viaggiare e che ridefiniranno l' idea di ciò che rende uno 'studente'.




L'intento è di creare il miglior luogo in cui studenti e viaggiatori possano trovare il loro scopo e cambiare il mondo. Non solo attraverso camere ben progettate e di design, o i numerosi servizi comuni condivisi. Quando si pensa al "miglior spazio", si pensa ad un ambiente stimolante e a una comunità globale entusiasmante. Ciò che è stato scoperto lungo la strada è che questo tipo di atmosfera ispira veramente tutti coloro che la incontrano. TSH è un luogo in cui chiunque abbia uno spirito da studente - curioso, aperto, libero, avventuroso - può sbocciare.




Gli hotel sono stati immaginati come spazi in cui gli studenti, i viaggiatori, i professionisti mobili, i nomadi creativi, le menti intraprendenti possano connettersi in spazi di co-living e co-working ben progettati. Questa sta diventando rapidamente la più grande sistemazione ibrida d'Europa per studenti, ospiti dell'hotel e professionisti, la Completa Comunità Connessa.


Il modello di business di co-living e co- working di TSH fornisce una destinazione ibrida unica per una comunità internazionale in rapida crescita.  Ci sono 4.400 stanze in 11 località, tra cui: Firenze Lavagnini, Rotterdam, Amsterdam (2 sedi: città e ovest), L'Aia, Groningen, Eindhoven, Maastricht e Parigi, e due sedi TSH Campus a Barcellona; residenze riservate agli studenti del Gruppo The Student Hotel.

TSH Dresden apriranno nel 2018. Bologna, Madrid, Berlino e Delft apriranno nel 2019. Roma, Firenze Belfiore, Parigi, Porto e Vienna apriranno nel 2020. Tolosa, Carcavelos Lisbon, Toulouse, Florence Manifattura Tabacchi and Barcellona aprirà nel 2021. Il gruppo progetta di avere 65 proprietà nelle principali città europee entro il 2023.
TSH Campus è il marchio di residenze riservate agli studenti progettate per loro e per il settore dell'istruzione in generale, appartenenti al gruppo The Student Hotel. Nel corso del 2017 sono stati effettuati investimenti per il valore di 10 milioni di Euro nella ristrutturazione integrale di camere e aree comuni, in linea con il modello di gruppo che cerca sempre di fornire spazi stimolanti per consentire agli studenti di trovare il loro scopo nella vita e cambiare il mondo.
Tutte le sedi sono costruite con lo stesso progetto generale: camere e studi completamente attrezzati, cucine (condivise o private), spazio flessibile di co-working, sale relax, biblioteche, tavoli da ping pong, palestre, ristoranti aperti tutto il giorno, biciclette di design, lavanderia, sale riunioni, auditorium, calendario di eventi, piscine (in località selezionate), spazi comuni condivisi e ampi spazi comuni al piano terra dove le persone possono incontrarsi. E il cuore pulsante di ciascuno dei nostri hotel: il  melting pot, la comunità studentesca.

The Student Hotel è stato fondato dall'imprenditore scozzese Charlie MacGregor ad Amsterdam. Le radici della società risiedono in Scozia, dove la famiglia MacGregor ha iniziato a costruire alloggi per studenti dell'Università di Edimburgo nel 1982.

Il modello imprenditoriale del gruppo The Student Hotel basato sulla convivenza e sulla collaborazione propone una meta ibrida unica per una comunità internazionale in rapida crescita. L’azienda che sviluppa, investe e opera nelle proprietà ha 4.400 stanze in 11 località tra cui: Firenze Lavagnini, Rotterdam, Amsterdam (due sedi: City e West), L’Aia, Groningen, Eindhoven, Maastricht e Parigi e due sedi del campus TSH a Barcellona, residenze del gruppo TSH riservate agli studenti. Alla fine del 2018 TSH prevede di avere 10.726 camere - 4.400 camere già operative e 6.326 acquisite o in fase di sviluppo.

Lo Student Hotel Firenze Lavagnini è stato inaugurato il 7 giugno con il primo dei Bed-talks,  dialoghi e confronti ispirati al Bed-in di John Lennon e Yoko Ono del 1969 contro la guerra in Vietnam. 

TSH Dresden aprirà nel 2018. Bologna, Madrid, Berlino e Delft apriranno nel 2019. Parigi, Porto, Roma, Firenze Belfiore e Vienna apriranno nel 2020. Carcavelos Lisbona, Tolosa, Firenze Manifattura Tabacchi e Barcellona apriranno nel 2021. Il gruppo TSH ha previsto di possedere 65 proprietà ubicate in varie città europee nei prossimi cinque anni.

Nicoletta Curradi 

Tornabuoni Arte hosts an exhibition of Anna-Karin Furunes


Tornabuoni Arte will host the solo exhibition  of the Norwegian artist Anne-Karin Furunes until the 29th September 2018
Anne-Karin Furunes (Trondheim - Norway, 1961), did artistic studies in Oslo and Trondheim and architecture in London and Copenhagen. She has made a series of public works in Norway and has held solo exhibitions in Europe, Canada and the United States. Her works are featured in major collections such as The National Museum of Contemporary Art in Oslo, The National Museum of China in Beijing and The Museum of Art and Design in New York.



In her paintings, Anne-Karin Furunes uses archival photos of anonymous faces to investigate their personality and identity, searching in the faded photographic tracts labile traces of forgotten lives and personalities who have escaped from the history register. The ingredients used wisely by the artist in his paintings are light and memory. Her works refer to the suggestion of the flow of history and of the human being who lives it, only natural elements appear in the last works among the subjects chosen by the artist.

The artist observes and stores the photographs, then reproduces them on painted surfaces thanks to thousands of perforations. A technique that has an artisanal, almost sculptural dimension, made with a punch and a hammer. The holes-incisions have different dimensions to pass the light that defines the traits of the image through the chiaroscuro ratios. The perforation works like a negative, like the plate of an incision. At first glance, what we see in the work is a canvas covered with hundreds of perfect holes of different sizes. Only by distancing ourselves from the surface of the painting emerges a face or a landscape, at the beginning only an allusion to the image portrayed, then, the further one moves away from the work, the representation is defined in a clearer way. If you miss the strategic point, the image fades. Anne-Karin says of her drawings of holes: "The image evaporates as soon as we approach the canvas. Close up, you can see the real walls through the empty holes ". Thanks to the varying light and weather conditions of the day and the space for which they are designed and in which they are set up, these works are always enriched again and are reborn to their own new life.


Nicoletta Curradi

mercoledì 6 giugno 2018

Dal 7 luglio il Castello di Poppi accoglie la Tavola Doria



Dal 7 luglio al 7 ottobre 2018 presso le scuderie del Castello di Poppi in Casentino, prima valle dell’Arno, va in scena la mostra Nel segno di Leonardo, la tavola Doria dagli Uffizi al Castello di Poppi.
Al centro di un allestimento multimediale verrà esposto uno dei dipinti più celebri e ‘contesi’ dell’arte italiana del Cinquecento. Un approccio non convenzionale, un racconto in presa diretta con l’arte leonardesca attraverso proiezioni HD di disegni leonardiani, una camera immersiva e l’utilizzo di ologrammi dei personaggi con il genio da Vinci a fare da guida nel percorso espositivo.
La Tavola Doria, illegalmente esportata dall’Italia, dopo una lunga peregrinazione fra Germania, Stati Uniti, Giappone e Svizzera, nel 2012 è rientrata miracolosamente nel nostro paese con tutti gli onori. Tanto da essere esposta in prima istanza al Palazzo dei Quirinale e due anni dopo alla mostra Memorie di capolavori di Leonardo allestita nella sala delle Carte Geografiche agli Uffizi.
Contesa in passato fra il sultano del Brunei e il fondatore della Microsoft, Bill Gates, la Tavola Doria è un dipinto a olio su tavola, di forte impatto e suggestione, che misura 86x110 centimetri. Raffigura la Lotta per lo stendardo, la scena centrale della Battaglia di Anghiari, il leggendario affresco di Leonardo (andato perduto) nella parete destra del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, che secondo il programma originale della decorazione avrebbe dovuto illustrare il sanguinoso scontro che il 29 giugno del 1440 ad Anghiari mise di fronte l’esercito dei Visconti, duchi di Milano ed una coalizione composta da truppe fiorentine, pontificie e veneziane.
L’opera, proveniente dalla collezione Doria D’Angri di Napoli, passò nel 1940 nelle mani del nobile genovese Giovanni Nicolo’ De Ferrari. Da allora se ne persero le tracce fino a quando nel 2009 il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale la ritrovarono in un caveau al Porto Franco di Ginevra. Trenta anni di indagini e due di una caccia serrata. Nel 1992 venne acquistata dal Tokyo Fuji Art Museum. Nel 2012 è stata restituita all’Italia che ha concesso all’istituzione giapponese per 25 anni (fino al 2037), di poterla avere in prestito, con l’alternanza di 2 anni in Italia e di 4 in Giappone. Il dipinto è rientrato in Italia a seguito di un accordo di cooperazione internazionale tra il Tokyo Fuji Art Museum e il Mibac.
Al centro della scena, partendo da destra sono raffigurati i due combattenti della coalizione, Pietro Giampaolo Orsini e Ludovico Scarampo Mezzarota mentre lottano per strappare lo stendardo visconteo ai nemici. Sul lato opposto Francesco e Niccolo’ Piccinino tenta a colpi di spada di difendere il possesso del vessillo. Lo scontro è violento, furioso, amplificato acusticamente dai cavalli che cozzano i musi l’un contro l’altro, tanto che Vasari parla di un “groppo di cavalli!”, cioè un viluppo di animali e cavalieri. La lotta si fa serrata anche fra i cavalieri a terra, come documenta a destra l’uomo raffigurato sotto le zampe del cavallo, detto ‘bozzolo’.
Si tratta della più importante per quanto martoriata testimonianza pittorica di quella che il Cellini definì la “scuola del mondo”, il celebre dipinto murale affidato a Leonardo nel maggio del 1504 per il cui cartone preparatorio egli ricevette un compenso ragguardevole di 35 fiorini e altri 15 al mese per terminare in fretta l’opera – era ben noto come l’artista, impegnato in quegli anni su più fronti, fosse refrattario alle scadenze la chiusura dei suoi lavori.
La Tavola Doria, la cui paternità in passato è stata a lungo contesa fra Leonardo e un pittore fiorentino della prima metà del Cinquecento, viene esposta al Castello di Poppi con l’attribuzione a Francesco Morandini, detto il Poppi, avanzata dal Professor Louis A. Waldman del Dipartimento di Arte e Storia dell’Università di Austin (Texas).
Nato a Poppi nel 1544 e morto a Firenze nel 1597, il Morandini fu uno degli artisti attivi nella decorazione del celebre Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio. Fu altresì autore di altre importanti opere a Firenze, Prato, Roma ed a Poppi, dove è documentato fra il 1575 e il 1576 e dopo il 1584 con importanti commesse come la chiesa dell’Annunziata delle Monache Camaldolesi (che accoglieva due sorelle del pittore, Dianora e Margherita) e per altri centri del Casentino.
La mostra proseguirà lungo il borgo di Poppi nei luoghi dove sono custodite tavole del Morandini come l’Abbazia di San Fedele, la Propositura dei Santi Marco e Lorenzo, il Monastero delle Camaldolesi.


Nicoletta Curradi