Ora di Ottawa

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martedì 26 novembre 2019

Agli Uffizi Pietro Aretino, il regista del Rinascimento



Nell’aula magliabechiana della Galleria degli Uffizi si apre la prima mostra in assoluto dedicata al poliedrico intellettuale del Cinquecento: in esposizione oltre 100 opere tra dipinti, sculture, scritti, oggetti preziosi
“Mi dicono ch'io sia figlio di cortigiana; ciò non mi torna male; ma tuttavia ho l'anima di un re. Io vivo libero, mi diverto, e perciò posso chiamarmi felice. - Le mie medaglie sono composte d'ogni metallo e di ogni composizione. La mia effigie è posta in fronte a' palagi. Si scolpisce la mia testa sopra i pettini, sopra i tondi, sulle cornici degli specchi, come quella di Alessandro, di Cesare, di Scipione. Alcuni vetri di cristallo si chiamano vasi aretini. Una razza di cavalli ha preso questo nome, perché Papa Clemente me ne ha donato uno di quella specie. Il ruscello che bagna una parte della mia casa è denominato l'Aretino. Le mie donne vogliono esser chiamate Aretine. Infine si dice stile aretino. I pedanti possono morir di rabbia prima di giungere a tanto onore”
“Io non son cieco ne la pittura, anzi molte volte e Rafaello, e fra
Bastiano [del Piombo], e Tiziano si sono attenuti al giudizio mio.
Perché io conosco parte de gli andari antichi e moderni”

“Divino in venustà fu Raffaello,
E Michel Agnol, più divin che umano,
Nel disegno stupendo; e Tiziano,
Il senso de le cose ha nel pennello.
Forma paesi in rilievo sí bello
Che ne stupisce il d’apresso e il lontano,
Fa vivi e pronti la sua dotta mano
Ogni animale, ogni pesce, ogni uccello.
Le linee poi nei lor propri giri
Sí ben tondeggia che il dose [=doge] dipinto
Par che parli, che pensi e che respiri”.

Dalle Lettere di Pietro Aretino 
Fu poeta, commediografo, drammaturgo, sferzante penna satirica, consigliere di potenti, talent scout di grandi artisti: Pietro Aretino (Arezzo, 1492 - Venezia, 1556), oggi noto principalmente per i suoi celeberrimi quanto scandalosi Sonetti lussuriosi, è stato, nei fatti, una delle voci culturali più autorevoli del Cinquecento, un intellettuale assai temuto da signori e alti prelati, amico del condottiero Giovanni dalle Bande Nere, del cardinale Giulio de’ Medici, che lo portò a Roma alla corte di Papa Leone X, e di maestri come Tiziano, Raffaello, Parmigianino, che lo ritrassero nelle loro opere e con i quali intratteneva fitte e appassionate corrispondenze epistolari. 
Alla poliedrica figura di Aretino, anticipatore (per stessa ammissione di Giorgio Vasari) della storia e critica dell’arte come disciplina autonoma, gli Uffizi dedicano ora, per la prima volta in assoluto, una grande mostra arricchita da importanti prestiti di musei internazionali. Il percorso espositivo raccoglie oltre cento opere tra pittura, grafica, libri a stampa, scultura, arti decorative, che raccontano la vita e lo spirito di Aretino nei luoghi simbolo del Rinascimento, dove egli visse ed esercitò la sua grande influenza sul fervido mondo culturale della prima metà del Cinquecento: la Roma dei papi Medici, la Mantova dei Gonzaga, la Venezia del doge Gritti, la Firenze dei duchi Alessandro e Cosimo I, ma anche Urbino, Perugia, Arezzo, Milano. 
Ad aprire la mostra è il Ritratto di Pietro Aretino, uno dei capolavori di Tiziano: conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, si trova a Firenze dal 1545, anno in cui fu donato dallo stesso letterato al duca Cosimo de’ Medici. Opere celeberrime testimoniano alcuni tra i principali momenti della vita di Pietro, dagli esordi tra Arezzo e Perugia, all’approdo alla corte pontificia a Roma, dove entra in contatto con Raffaello (in esposizione il Ritratto femminile prestato dal Museo di Strasburgo e un arazzo dei Musei Vaticani), fino al trasferimento nel nord Italia, a Mantova prima, infine a Venezia, rappresentata soprattutto da altre opere di Tiziano, tra le quali lo Stendardo della Resurrezione, prestito speciale della Galleria delle Marche di Urbino. 

Da segnalare poi la rassegna dei ritratti dei potenti con i quali Aretino fu in contatto (tra questi, anche un busto in bronzo di Carlo V opera di Leone Leoni dal Louvre), e la sezione finale della mostra, intitolata “Imago Petri” e focalizzata sulla efficace promozione visiva che Aretino seppe fare della sua figura, con una attenta strategia di marketing comunicativo: dipinti, medaglie, stampe, libri  oggetti di uso ‘griffati’ con il suo nome ed il suo volto, quasi una sorta di ‘linea’, grazie alla quale il sagace intellettuale toscano riuscì far conoscere se stesso e la propria immagine. Protagonista di questa parte dell’esposizione è il ritratto del Kunstmuseum di Basilea recentemente attribuito a Tiziano, in cui Aretino appare assai giovane, con in testa un copricapo allora assai di moda, lo ‘scuffiotto’. Di origini umili (era figlio di un calzolaio e di una cortigiana) Aretino ebbe a Perugia una formazione artistica e, per qualche tempo, coltivò velleità di carriera nell’ambito della pittura. Il suo vero, grande talento naturale fu però la scrittura, che praticò in varie forme a partire dai poemetti satirici (le Pasquinate), fino a comporre, nel 1526, i Sonetti lussuriosi, caratterizzati da contenuti esplicitamente pornografici che lo resero immediatamente famoso tra i suoi contemporanei. In mostra si possono ammirare le pagine dell’edizione originale (illustrata a Venezia su ispirazione dei disegni eseguiti dall’allievo più talentuoso e versatile di Raffaello Sanzio, Giulio Romano), miracolosamente scampata ai roghi di successive messe all’indice da parte della censura e poi appartenuta anche al figlio del compositore e musicista Arturo Toscanini. Una ricca selezione epistolare testimonia poi l’altra grande novità della produzione di Aretino, costituita dall’immenso corpus di oltre 4000 lettere attraverso le quali l’intellettuale toscano ebbe modo di parlare e condividere le proprie idee con i principali protagonisti della sua epoca. Nella loro caratteristica di storia in presa diretta, le Lettere - per la prima volta redatte per essere pubblicate e diffuse a una crescente platea di lettori - sono un colossale giornale ante litteram, in cui i pensieri dell’Aretino sulle arti assumono l’aspetto di vere e proprie recensioni, ponendosi dunque alle basi della nascita della moderna storia e critica dell’arte. Pietro infatti fu amico e corrispondente di alcuni tra i maggiori artisti del tempo, come Raffaello, Michelangelo, Parmigianino, Sebastiano del Piombo, Tiziano, Tintoretto, e Jacopo Sansovino. Il costante confronto con questi personaggi gli fornì gli strumenti necessari per comprenderne i segreti, raccontarli al suo pubblico e sviscerarne vari aspetti, stili e caratteristiche. Fu così che poté intuire, come un vero e proprio talent scout, le capacità dei giovani più dotati sulla piazza, quali Leone Leoni, Tintoretto, Danese Cattaneo e di promuoverli sulla scena internazionale grazie alla autorevolezza della sua parola. 

La mostra include anche un ‘cameo’ cinematografico: per rendere omaggio alla profonda amicizia tra Aretino e Giovanni dalle Bande Nere, vengono proiettati segmenti del ‘Mestiere delle armi’, film di Ermanno Olmi dedicato alla figura del grande condottiero mediceo, nel quale l’intellettuale, interpretato dall’attore Sasa Vulicevic, svolge il ruolo di voce narrante e compare in numerose scene.
‘Pietro Aretino e l’arte del Rinascimento’ si inserisce nell’ampia serie di eventi organizzati dalle Gallerie degli Uffizi e dalla città di Firenze nell’anno 2019 per il cinquecentenario della nascita di Cosimo I ed anticipa, al tempo stesso, le celebrazioni per l’anno di Raffaello, tra pochi mesi. 


Nicoletta Curradi 

Cacao tra Cielo e terra alla Fondazione Scienza e Tecnica

E’ stata presentata presso il Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze, la mostra CACAO tra Cielo e Terra.


Il percorso espositivo è un viaggio nella storia che affonda le sue radici nell’America precolombiana e continua nel Vecchio Continente dove il cacao, superata la diffidenza iniziale, si affermò come bevanda, farmaco, alimento del gusto e del piacere. Successivamente demonizzato, è stato recentemente riabilitato dalla ricerca biomedica, come dimostra il Congresso Cacao & cioccolato, dolcezze per la salute che si terrà a Firenze il prossimo 14 dicembre.

La mostra prosegue in una sorta di percorso di approfondimento sul cacao e sul cioccolato iniziato dall’Accademia dei Georgofili nel 2018. Ai pannelli didascalici offerti dall’Accademia, vengono ad aggiungersi reperti, strumenti e volumi del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica, oggetti di collezionisti privati e un programma di eventi inediti.

Per la Presidente della Fondazione Scienza e Tecnica Donatella Lippi: “Le collezioni della Fondazione Scienza e Tecnica e le potenzialità del suo Museo non cessano di stupire, proponendo sempre nuovi percorsi, all'insegna della interdisciplinarietà, riuscendo a far dialogare mondi diversi e proponendo, quindi, la Fondazione come vero e proprio centro formativo, soprattutto per le giovani generazioni."

La mostra sarà seguita da un ricco programma, sviluppato in attività tematiche per il pubblico, attraverso laboratori, conferenze e lezioni di Silvia Giomi in Planetario.

Tra gli eventi, alle curatrici Laura Faustini e Stefania Lotti “preme ricordare quelli legati al planetario, il cui tema principale è stato individuato nell'Archeoastronomia delle popolazioni precolombiane, e la conferenza di Giovanna Zipoli, esperta di alimentazione antica in Italia, nel bacino del Mediterraneo e in Europa”.

È prevista la partecipazione di alcuni celebri Maestri cioccolatieri, tra cui Mirco Della Vecchia che, con una degustazione dei suoi prodotti, darà inizio a questa serie di incontri il giorno della presentazione.

Programma incontri:

·         Sabato 30 novembre

§              18.00 - 19.00            Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao

·         Domenica 22 dicembre

§              18.00 - 19.00            Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao

·         Lunedì 6 gennaio

§              15.30 - 16.30            Planetario: Stelle di cioccolato

§              17.00 - 18.00           Le star della cioccolata: incontro con un Maestro cioccolatiere

§              18.00 - 19.00            Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao

·         Venerdì 14 febbraio

§      19,30 - 20.30            Le star della cioccolata: incontro con un Maestro cioccolatiere

§      20.30 - 21.30            Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao

·         Domenica 16 febbraio

§            15.30 - 16.30    Planetario: Stelle di cioccolato.

§            16.45 - 17.45    Laboratorio: Fabbrichiamo le chicchere!

·         Venerdì 13 marzo

§            16.00 - 17.00            Giovanna Zipoli: Una esperienza sensoriale: la cioccolata in chicchera

                                            A seguire: degustazione a tema

Domenica 22 marzo
§            15.30 - 16.30    Planetario: Stelle di cioccolato

§            17.00 - 18.00    Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao

Lunedì 13 aprile
§            16.00 - 17.00    Planetario: Stelle di cioccolato

A seguire: degustazione a tema

§            18.00 - 19.00    Planetario: L’Archeoastronomia dei Maya, il popolo del cacao



Si ringraziano l’Accademia dei Georgofili, l’Accademia della Crusca, la Biblioteca Medicea Laurenziana e l’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella per la collaborazione concessa alla realizzazione della mostra.

Orario Mostra: da lunedì a venerdì 10.00 - 14.00; sabato e domenica 10.00 - 17.00

Per info e prenotazioni: +39 055 2343723; iscrizioni@fstfirenze.it

Fabrizio Del Bimbo

Una mostra nel segno di Cosimo I al Museo de' Medici



Lo scorso giugno in via dei Servi a Firenze, tra la Cattedrale e la Basilica della Santissima Annunziata, è stato inaugurato il nuovo Museo de’ Medici.


Fino al 24 marzo 2020 il museo propone la sua prima mostra dal titolo Cosimo I. Spolveri di un grande affresco, a cura di Alberto Bruschi, antiquario e esperto della famiglia Medici. Saranno esposti oggetti e opere provenienti da collezioni private: circa quindici pezzi tra dipinti, reliquie, manoscritti, medaglie, libri a stampa e oggetti di vario genere che celebrano la figura di Cosimo I nel cinquecentesimo anniversario della sua nascita.
Tra le opere più significative esposte il quadro-bozzetto preparatorio di Jacopo Ligozzi per il dipinto su lavagna nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dal titolo Bonifacio VIII riceve gli ambasciatori fiorentini, che l’artista terminò nel 1592 e il cui disegno è oggi conservato nel Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. Saranno presenti anche il Ritratto di Cosimo I attribuito all’Allori e due reliquie di Pio V, ovvero il Guanto della mano destra di San Pio V con il quale benedisse le truppe della Battaglia di Lepanto e donato a Marcantonio Colonna, e una Pantofola, che Cosimo dovette baciare il giorno della sua Incoronazione a Granduca. E ancora, due manoscritti: Provanze de Quarti di tutti i Cavalieri di S. Stefano Fiorentini dalla Fondazione della Religione sino a’oggi - Il tutto estratto da Libri della Cancelleria di Pisa e Origine, e Descendenza della Real Casa de Medici, e lo spartito Per le Cantore - Cavalieri di S. Stefano, alcuni libri a stampa e quattro medaglie della settecentesca serie medicea, opera di Antonio Selvi che raffigura Cosimo I, Eleonora di Toledo, Camilla Martelli e il Don Fagoro (in realtà Don Pedricco, figlio del Granduca e di Eleonora, morto a meno di un anno di età, ma raffigurato dall’incisore come un giovinetto di almeno quindici anni con armatura). Esposte inoltre venti litografie su tela dei Granduchi e consorti del XVII e XVIII secolo, un piombo per reggere la staffa di un elemento architettonico con stemma mediceo, il ricamo dell’affresco perduto di Porta Romana Bando della fine della Repubblica Fiorentina e una placchetta che riporta la Legge sopra il vestire, Ornamenti, & altre Pompe delli Huomini, & Donne della Città, & contado di Fiorenza del 1568.
Coniugando elementi reali e virtuali, il Museo de’ Medici, nato dalla startup ideata da Samuele Lastrucci, giovane direttore d’orchestra appassionato della celebre dinastia fiorentina, intende narrare la storia dei Medici attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, una libreria specializzata, incontri, presentazioni editoriali e conferenze. Oltre alla galleria di pittura virtuale, la nuova sede museale conserva una preziosa collezione di monete originali dal XV al XVIII secolo, ritratti a incisione dei Granduchi, la scultura di Giovanni Battista Foggini che ritrae Ferdinando II; propone inoltre l’installazione interattiva grazie alla quale è possibile ascoltare la musica che ascoltavano i Medici. Nella stanza del tesoro è invece stata ricostruita in 3D la corona granducale oggi perduta.
Per info: www.museodemedici.com
Orari: Tutti i giorni dalle 10 alle 18.
Biglietti: Intero 9 euro, ridotto 5 euro


Nicoletta Curradi

sabato 23 novembre 2019

Conclusa la VII edizione del Premio Internazionale Semplicemente Donna


Grande partecipazione per il primo anno del Semplicemente Donna a Castiglion Fiorentino: forti emozioni nella cerimonia di consegna ed un bilancio di settecento studenti raggiunti grazie agli incontri con le scuole del territorio aretino


Si è conclusa con un grande successo la VII edizione del Premio Internazionale Semplicemente Donna. Una due giorni ricca di emozioni che, venerdì 22 e sabato 23 novembre, ha portato, a Castiglion Fiorentino e nelle scuole della provincia aretina, il vissuto di donne e realtà esemplari, portatrici di valori positivi e messaggi di speranza. Determinate, coraggiose e sognatrici: le protagoniste dell’edizione 2019 hanno approfondito la delicata tematica della violenza di genere parlando di discriminazioni e dolore, ma anche di realizzazione e leadership femminile in ambiti considerati ancora di appannaggio maschile.    
 “Siamo felici di aver incontrato anche quest’anno donne dalle qualità straordinarie- spiegano Angelo Morelli e Chiara Fatai, organizzatori e ideatori della manifestazione. – Le caratteristiche principali del premio sono la sua trasversalità e la sua capacità di parlare ai giovani. Durante la cerimonia e nel corso del nostro tour per le scuole, ciò che è emerso da questa settima edizione è l’importanza di imparare a credere in se stessi, reagendo con forza e lottando sempre per le proprie idee e la propria libertà”.
Condotta dalla giornalista di SkyTg 24 Monica Peruzzi, insignita quest’anno del Premio per l’Informazione, la cerimonia di premiazione del Semplicemente Donna ha visto il teatro “Mario Spina” di Castiglion Fiorentino gremito di spettatori visibilmente emozionati. A ritirare il riconoscimento sono infatti arrivate l’avvocato Nicoletta Milione, vittima di violenze da parte del marito, il segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni, il direttore d’orchestra Cinzia Pennesi, la neuroscienziata castiglionese Susanna Rosi, l’imprenditrice Luciana Delle Donne, ideatrice del brand Made in Carcere, l’Associazione Italiana Calciatori con il progetto #Facciamogliuomini, l’afghana Suraya Pakzad, executive manager di Voice of Women Organization e il progetto “Mamma e Bambino” a cui è stato assegnato il Premio speciale “Sos Villaggi dei bambini”.
 “Castiglion Fiorentino è una realtà aperta e sensibile- dichiara il sindaco Mario Agnelli.- Aver ospitato una manifestazione come il Premio Semplicemente Donna è dunque per noi motivo di vanto ed orgoglio. Un messaggio concreto che la nostra città lancia per spingere la popolazione ad una riflessione sui temi della violenza di genere e delle pari opportunità. ”-
Importante e sentita anche la partecipazione degli studenti delle scuole superiori del territorio che, per due giorni consecutivi, sono stati gli interlocutori privilegiati delle premiate e delle ambasciatrici. All’istituto superiore Signorelli di Cortona e all’Isis Vegni delle Capezzine, storici partner della manifestazione, si sono infatti aggiunte il Liceo da Castiglione di Castiglion Fiorentino, il liceo classico Petrarca e il liceo Colonna di Arezzo. Un totale di circa settecento studenti che hanno potuto entrare direttamente in contatto con esperienze di toccante sofferenza, ma anche di riscatto e  ferma lotta per i diritti umani.

Nicoletta Curradi 

martedì 12 novembre 2019

Al TuscanyHall il 2020 inizia con la musica, la magia e le acrobazie



Al TuscanyHall di Firenze il 2020 inizia con
la musica, la magia e le acrobazie di

The Black Blues Brothers
Venerdì 3 e sabato 4 gennaio 2020 ore 21
e  
Gran Gala du Cirque
Domenica 5 ore 20,45 e lunedì 6 gennaio 2020 ore 18

 



Cinque acrobati con l’Africa nel sangue e i Blues Brothers nel cuore, e un Gran Gala con le stelle internazionali del nuovo circo.

Al TuscanyHall di Firenze il 2020 prende il via con la musica, la magia e le acrobazie dei Black Blues Brothers (venerdì 3 e sabato 4 gennaio alle ore 21) e il Gran Gala du Cirque (domenica 5 ore 20,45 e lunedì 6 gennaio ore 18), due spettacoli che approdano nel capoluogo toscano dopo aver entusiasmato il pubblico di mezzo mondo.

I biglietti (posti numerati da 28 a 52 euro, compresi diritti di prevendita) sono disponibili nei punti vendita Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita) e online su www.ticketone.it.   

THE BLACK BLUES BROTHERS (3 e 4 gennaio)
In un locale stile Cotton Club, sulle note rhythm’n’blues di una radio d’epoca, i cinque Black Blues Brothers si trasformano in equilibristi, sbandieratori saltatori e giocolieri col fuoco. Ogni oggetto di scena (sedie, tavoli, appendiabiti, vasi e persino specchi) diventa uno strumento per acrobazie mozzafiato inserite in gag esilaranti, spassose sfide di ballo e coinvolgimento costante del pubblico. Con la colonna sonora del leggendario film, i Black Blues Brothers fanno rivivere uno dei più grandi miti pop dei nostri tempi a colpi di piramidi umane, limbo col fuoco, salti acrobatici con la corda e in due cerchi e molto altro ancora.

GRAN GALA DU CIRQUE (5 e 6 gennaio)
Tra la suspense del circo classico e il fascino della danza contemporanea, il Gran Gala du Cirque porta al TuscanyHall uno show che vede in scena stelle del panorama circense provenienti da Ucraina, Cile, Italia, Ungheria, Germania, Bulgaria e Russia. Un format di spettacolo unico che è stato applaudito da oltre 30.000 spettatori che arriva ora per la prima volta a Firenze per l’unica data toscana di questa stagione.
Tra i protagonisti dello show, il danzatore aereo Tim Kriegler, premiato al Festival du Cirque de Demain di Parigi; Francisco Rojas, acrobata di straordinario talento le cui evoluzioni con la ruota Cyr richiamano l’immagine leonardesca dell'uomo vitruviano e gli statuari Golden Power, dal corpo dorato, esaltazione della forza e della potenza umana. Un evento per tutte le generazioni, in equilibrio tra tradizione e innovazione, poesia e comicità.
 



Scarica foto e video degli spettacoli
Gran Gala du Cirque https://urly.it/333a6
The Black Blues Brothers (foto) https://urly.it/333a4
The Black Blues Brothers (video) https://urly.it/333a5


The Black Blues Brothers
Venerdì 3 gennaio 2020 ore 21
Sabato 4 gennaio 2020 – ore 21
Biglietti posti numerati da 28 a 52 euro compresi diritti di prevendita
 
Gran Gala du Cirque
Domenica 5 gennaio 2020 – ore 21
Lunedì 6 gennaio 2020 – ore 18
Biglietti posti numerati da 28 a 52 euro compresi diritti di prevendita

Info spettacoli
TuscanyHall (ex Obihall) – via Fabrizio De André / Lungarno Aldo Moro – Firenze
Info tel. 055.6504112 – www.tuscanyhall.it

Prevendite
Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it (tel. 055.210804)
TicketOne www.ticketone.it (tel. 892.101


Nicoletta Curradi 







Dodici giovani artisti per la mostra VISIO a Palazzo Strozzi

L’arte contemporanea torna a Palazzo Strozzi dal 13 novembre al 1 dicembre 2019 con la mostra VISIO. Moving Images After Post-Internet, che riunisce le opere dei 12 artisti under 35 partecipanti alla VIII edizione di VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images - progetto promosso e realizzato dallo Schermo dell’arte Film Festival e curato da Leonardo Bigazzi.

“Lo schermo dell’arte Film Festival rappresenta una realtà importante nel panorama culturale fiorentino, una delle tante eccellenze presenti in città con le quali Palazzo Strozzi ama collaborare da sempre” – afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – “In particolare il progetto VISIO curato da Leonardo Bigazzi si è già rivelato una delle più interessanti iniziative sull’arte delle immagini in movimento e dal 13 novembre al 1 dicembre gli spazi della Strozzina di Palazzo Strozzi ne ospiteranno una nuova edizione dal titolo Moving Images After Post-Internet, che riunisce opere di 12 artisti under 35. Promuovere i giovani artisti è un’occasione che si pone coerentemente all’interno della politica culturale di Palazzo Strozzi, che è sempre di più punto di riferimento per l’arte del presente. Questa collaborazione conferma la nostra naturale vocazione a fare sistema sul territorio, creando opportunità di scambio e di confronto con altre istituzioni, confermando l'ambizione di Palazzo Strozzi di essere sempre più piattaforma multidisciplinare di Firenze”.

La mostra VISIO. Moving Images After Post-Internet – spiega il curatore Leonardo Bigazzi - intende riflettere sull'influenza che la rivoluzione digitale dell'ultimo decennio e il fenomeno post-internet hanno avuto sulla generazioni di artisti che ha vissuto questi cambiamenti negli anni della propria formazione. Le opere selezionate affrontano temi fondamentali del nostro tempo come la normalizzazione della violenza, l’identità di genere, le politiche dei confini, la privatizzazione della conoscenza, il limite tra reale e virtuale, il valore della memoria, la relazione tra uomo e animale e il senso di precarietà costante dell’esistenza. In mostra si ritrovano elementi tecnici e concettuali tipici delle pratiche post-internet, come l’uso di realtà virtuale (VR), immagini CGI, videogiochi e video appropriati dalla rete. Ci sono però anche artisti che concettualmente hanno deciso di distanziarsi da questo tipo di estetica, attraverso un linguaggio più cinematografico, film in pellicola e found footage.

Miguel Azuaga (1988, Spagna; vive e lavora in Germania) Installation view, KATHARSIS, 2019, 24’37’’. Video installazione a tre canali. Courtesy l’artista ph. Federica Di Giovanni

La mostra VISIO. Moving Images After Post-Internet prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Schermo dell’arte Film Festival e curata da Leonardo Bigazzi, offre l’occasione di un confronto con le opere di 12 artisti under 35, selezionati attraverso un bando internazionale, che lavorano con le immagini in movimento: Rebecca Jane Arthur (1984, Gran Bretagna/Belgio), Miguel Azuaga (1988, Spagna/Germania), Patrick Alan Banfield (1984, Gran Bretagna/Germania), Enar de Dios Rodríguez (1986, Spagna/Austria), Eva Giolo (1991, Belgio), Inas Halabi (1988, Palestina/Olanda), Polina Kanis (1985, Russia/Olanda), Adam Kaplan (1987, Israele/Germania), Valentina Knežević (1989, Croazia/Germania), Agnieszka Mastalerz (1991, Polonia/Germania), Jacopo Rinaldi (1988, Italia), Igor Simić (1988, Serbia).

Negli ultimi anni la rivoluzione digitale e l’accelerazione imposta dai nuovi mezzi di comunicazione, hanno profondamente cambiato il linguaggio delle moving images e i loro modelli espositivi. Gli schermi dei computer e degli smartphone sono diventati il mezzo principale con cui le immagini e i video vengono condivisi, ridefinendo così la relazione tra pubblico e opera d’arte. Si è assistito all’ascesa della cosiddetta “condizione post-internet”, definizione adottata a partire dalla fine del primo decennio del 2000 per descrivere una pratica del fare arte che non poteva più prescindere dal confronto con la crescente iperconnettività della rete, sia in termini concettuali, che produttivi e distributivi. Tuttavia il significato dell’espressione post-internet è variato alla stessa rapidità della tecnologia a cui era associato, diventando obsoleto e controverso, e riducendosi per lo più alla categorizzazione, spesso dispregiativa, di una vasta tipologia formale di opere. Un’estetica patinata influenzata dalla retorica visiva della pubblicità digitale, della computer grafica e del corporate branding. La mostra intende approfondire queste trasformazioni, l’eredità del fenomeno post-internet e le eventuali cause di un suo definitivo superamento.


Ecco gli altri appuntamenti con il progetto VISIO.European Programme on Artists’ Moving Images:
gli artisti in mostra mercoledì 13 novembre dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle ore 14.30 alle 16.30, all’interno della Sala Ferri di Palazzo Strozzi, introdurranno i temi principali della loro pratica artistica in una presentazione aperta al pubblico;
venerdì 15 novembre alle ore 15.00 nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, si terrà la tavola rotonda aperta al pubblico dedicata alle modalità con cui musei e collezionisti privati costruiscono le proprie collezioni di moving images e come queste si svilupperanno in futuro. Alla tavola rotonda intervengono Beatrice Bulgari (In Between Art Film), Philippe Alain Michaud (Centre Pompidou), Mario von Kelterborn (Sammlung von Kelterborn).
Infine, sabato 16 novembre alle 21 al Cinema La Compagnia sarà assegnato a Patrick Alan Banfield il VISIO. Young Talent Acquisition Prize (V edizione), premio nato per promuovere il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista, che consiste nell'acquisizione della sua opera Mein Blick (My View) del 2017, selezionata tra le dodici partecipanti alla mostra a Palazzo Strozzi, da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei. 


Valentina Kneževic (1989, Croazia; vive e lavora in Germania Installation view, VOICEOVER, 2017, 6’35’’.
Courtesy l'artista ph. Federica Di Giovanni


Con VISIO. Moving Images After Post-Internet Lo schermo dell’arte prosegue l’approfondimento sulla pratica artistica degli artisti under 35 che lavorano oggi in Europa, iniziato con le quattro precedenti mostre organizzate a Le Murate PAC (2018), Palazzo Medici Riccardi (2017), Cinema La Compagnia (2016) e Palazzo Strozzi (2015).
A testimonianza del valore e dell'efficacia del progetto, i continui risultati di alcuni dei partecipanti delle precedenti edizioni: Daisuke Kosugi, protagonista fino al gennaio 2020 di una mostra personale alla Galerie nationale du Jeu de Paume di Parigi; Emilija Škarnulytė, vincitrice del prestigioso Future Generation Art Prize; Basir Mahmood la cui opera “Monument of Arrival and Return” è stata acquisita nella collezione dello Stedelijk Museum di Amsterdam dopo aver vinto il VISIO. Young Talent Acquisition Prize 2017; Diego Marcon vincitore del MAXXI Bvlgari Prize 2018, Jonna Kina che ha partecipato all’International Film Festival Rotterdam nel 2018 con il suo “Arr. For a Scene”; Arash Nassiri che alla 68ma edizione del Berlin International Film Festival ha presentato l’opera “City of Tales”.

IL PROGETTO
VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images si conferma un progetto unico nel panorama europeo, di fondamentale importanza per approfondire la visione degli artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica, promuoverne il confronto e favorirne la crescita professionale. Come dimostra l'ennesimo record di adesioni registrato quest'anno in poco più di due settimane, con oltre 105 richieste di partecipazione arrivate da 34 differenti Paesi (Albania, Argentina, Australia, Belgio, Cina, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Ghana, Giappone, Grecia, Inghilterra, Iran, Irlanda, Israele, Italia, Olanda, Norvegia, Palestina, Perù, Polonia, Portogallo, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Sud Corea, Turchia).

IL PROGRAMMA
Nato nel 2012, VISIO è un progetto originale annuale prodotto dallo Schermo dell’arte e curato da Leonardo Bigazzi, che si rivolge a 12 artisti attivi in Europa under 35. Il programma prevede la realizzazione di una mostra e una serie di incontri e seminari con artisti e professionisti dell’arte e del cinema. Promuovendo il confronto e la mobilità internazionale di giovani creativi – ad oggi hanno preso parte oltre 100 artisti - VISIO ha favorito in questi anni lo sviluppo di un network europeo tra istituzioni, artisti e professionisti che lavorano con le moving images creando un importante archivio di una nuova generazione di artisti che lavorano in Europa. Nelle edizioni precedenti i seminari sono stati tenuti da critici e artisti internazionali quali Shirin Neshat, Isaac Julien, Marine Hugonnier, Philippe-Alain Michaud, Filipa Ramos, Deimantas Narkevicius, Mark Nash, Maria Lind, Alain Fleischer, Heinz Peter Schwerfel, Sibylle Kurz, Sarah Perks, Erika Balsom, Andrea Lissoni, Hila Peleg, Manuel Cirauqui,  i produttori Beatrice Bulgari, Anna Lena Vaney, Yorgos Tsourgiannis, Samm Haillay.

I professionisti invitati quest’anno sono: Antonia Alampi, Mónica Carroquino Rodríguez, Manuel Cirauqui, Francesca Colasante, Davide Daninos, Eva Fabbris, Cloé Perrone, Domenico Quaranta, Cristiano Raimondi, Julian Rosefeldt, Robert Trafford.

VISIO Young Talent Acquisition Prize
Dal 2015 la Seven Gravity Collection, collezione privata italiana dedicata alle opere video di artisti contemporanei, acquisisce un’opera di uno dei partecipanti al programma attraverso il VISIO Young Talent Acquisition Prize. Il Premio viene assegnato dai Soci Fondatori della Seven Gravity Collection e l’artista vincitore sarà annunciato durante la serata conclusiva dello Schermo dell’arte. Nelle precedenti edizioni il premio è stato vinto dalla francese Rebecca Digne (2015), dall’italiana Elena Mazzi (2016), dal pakistano Basir Mahmood (2017), dalla  portoghese Alice Do Reis (2018).

VISIO - European Programme on Artists’ Moving Images è promosso e organizzato dallo Schermo dell’arte in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi e FST Mediateca Toscana Film Commission. Riceve il contributo della Regione Toscana, del Comune di Firenze, La Compagnia / progetto realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema e della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, e il sostegno di In Between Art Film, ottod’Ame, Famiglia Cecchi, B&C Speakers, Mercato Centrale e Golden View Firenze.
VISIO - European Programme on Artists’ Moving Images – VIII edizione
Nell’ambito dello Schermo dell'arte Film Festival - XII edizione
Firenze, Cinema La Compagnia, Palazzo Strozzie Palazzo Medici Riccardi
12-17 novembre 2019

VISIO. Moving Images After Post-Internet
Firenze, Palazzo Strozzi
13 novembre – 1 dicembre 2019 – Ingresso gratuito
Orario mostra: dal 13 al 17 novembre 2019
Tutti i giorni 10.00-20.00 Giovedì 10.00-23.00
Dal 18 novembre al 1 dicembre 2019
Tutti i giorni 12.00-20.00 Giovedì 12.00-23.00

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Instagram: @schermodellarte

Nicoletta Curradi 

lunedì 11 novembre 2019

Amedeo Modigliani ritorna nella sua Livorno per il centenario della scomparsa



Erano i suoi ultimi momenti di vita ma lui, Amedeo Modigliani, non lo sapeva ancora e agli amici pittori diceva di voler tornare nella sua Livorno per viverci insieme all’amata Jeanne. Non ci riuscì perché nel 1920, a soli 35 anni, la tubercolosi se lo portò via.
A Livorno iniziò a formarsi studiando i Macchiaioli, qui si ammalò per la prima volta gravemente, qui guarì prima di partire per Parigi. Ed ecco perché, per il centenario della morte, Livorno è così emozionata di riportarlo a casa ospitando nel nuovo Museo della Città 26 delle sue più famose opere tra disegni e dipinti, e un centinaio di capolavori dell’Ecole de Paris, appartenuti a Jonas Netter e Paul Alexandre, due importanti collezionisti che hanno accompagnato l’artista nel suo percorso di vita.
La mostra, intitolata “Modigliani e l’avventura di Montparnasse“, curata da Marc Restellini e coordinata da Sergio Risaliti, è aperta nei nuovi spazi del Museo della Città fino al 16 febbraio 2020.
Della collezione di Jonas Netter ci sono il ritratto Fillette en Bleu, il ritratto di Chaïm Soutine, il ritratto Elvire au col blanc, il ritratto Jeune fille rousse. Mentre dei 12 disegni provenienti dalla collezione Alexandre, saranno visibili alcune Cariatidi.
Inoltre le opere dell’Ecole de Paris, tra cui capolavori di Chaïm Soutine, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e molti altri artisti conosciuti personalmente da Modigliani o appartenenti alla generazione successiva.
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, si è dichiarato felicissimo di riaccogliere “Dedo“, come veniva chiamato Modigliani, nella sua città natale:
“Ci siamo. Dedo è tornato nella sua Livorno ed è stato accolto trionfalmente.
E questo è solo l’inizio!“

Cenni biografici su Amedeo Modigliani
Nato a Livorno il 12 luglio 1884 da una famiglia ebraica, Amedeo Modigliani era l’ultimogenito di 4 figli. Non nacque in un momento felice ma mentre la sua famiglia aveva gravi problemi economici a causa dell’azienda del padre in bancarotta.
Grazie alla madre riuscirono comunque a sopravvivere e fu sempre lei a occuparsi dell’istruzione dei figli, soprattutto di quella di Amedeo, che purtroppo aveva spesso problemi di salute talmente gravi da costringerlo frequentemente a stare in casa.
Già da piccolo Modigliani dimostrò passione per il disegno e più avanti riuscì a farsi mandare a lezioni di pittura da Guglielmo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, uno dei pittori più famosi di Livorno.
Man mano frequentò diverse scuole d’arte, finché nel 1906 non decise di raggiungere Parigi. Si sistemò al Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre. Ben presto il suo stile divenne inconfondibile e l’artista iniziò a produrre i suoi tipici ritratti che con pochi tratti riuscivano a cogliere l’essenza dei soggetti raffigurati.
La sua prima mostra personale arrivò nel 1917 alla Galérie Berthe Weill dove i suoi nudi scandalizzarono il capo della polizia di Parigi. Nel frattempo l’artista si innamorò di Jeanne, una pittrice con cui si trasferì in Provenza.
Nel 1919 decise di tornare a Parigi per vivere con l’amata, ma si ammalò, e nel 1920 morì di tubercolosi. Jeanne, incinta del secondo figlio, si suicidò il giorno dopo.

Nicoletta Curradi