Ora di Ottawa

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martedì 20 luglio 2021

Opere di Chagall in mostra a Catanzaro

 



Fino al 29 agosto 2021 nel  Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, viene ospitata una mostra dedicata al grande artista russo Marc Chagall (1887-1985), al suo rapporto con la religione ebraica e alla sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il Messaggio Biblico.

A cura di Domenico Piraina, la mostra Chagall. La Bibbia vede esposte 170 opere grafiche di Marc Chagall ed è corredata da un ampio apparato didattico sui temi chagalliani e biblici, sull’ebraismo in Calabria e sulle influenze dell’arte ebraica sulla cultura contemporanea.  Saranno infatti esposte anche le opere dei due celebri artisti contemporanei Max Marra e Antonio Pujia, a completamento di un percorso ricco e del tutto inedito.

La mostra “Chagall. La Bibbia” è prodotta e organizzata dal Comune di Catanzaro e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Catanzaro con Arthemisia, è realizzata grazie al contributo della Regione Calabria, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e con il fondamentale contributo della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, grazie a cui tutte le scuole della Provincia di Catanzaro potranno usufruire dell’ingresso gratuito alla mostra.
Il catalogo della mostra è di Editore Rubbettino.

Attraverso le serie della Bibbia, in bianco e nero e a colori, e La storia dell’Esodo, la mostra Chagall. La Bibbia si propone di evidenziare quel “segreto” che l’artista ha voluto trasmettere, cercando di mettere in luce le motivazioni profonde delle sue scelte, il suo approccio al “Libro”, di illustrare come la Bibbia per lui sia soprattutto una storia di uomini, una vicenda di patriarchi e di profeti, di re e di regine, di spose, di pastori: Noè, Abramo, Giacobbe, Isacco, Rebecca, Rachele, Giuseppe, Mosè, Aronne.
Un percorso espositivo che narra i fatti biblici come una speciale galleria di figure. Lo stesso Chagall, nel raccontare ad altri il suo progetto “biblico” usava dire che Vollard gli aveva commissionato di fare i “profeti”. Per Chagall, infatti, la Bibbia non è la storia della Creazione ma delle creature.

Ad arricchire la mostra e a chiusura del percorso espositivo un prezioso nucleo di opere realizzato dall’artista contemporaneo Max Marra, una serie denominata Il ghetto densa di drammatici rimandi all’immane tragedia del popolo ebreo, alle persecuzioni razziali nazifasciste e alla Shoah; a seguire anche Pirgos, ceramiche parlanti, un’installazione appositamente creata dall’artista Antonio Pujia Veneziano per la Giudecca di Bova: 7 vasi in ceramica decorata con gli antichi e sacri simboli ebraici della Menorah, della Stella di David o dello Shofar a omaggiare l’antica presenza della comunità ebraica nell’area grecanica calabrese; per ultimo una ristampa anastatica del 2006 dell’unico, antico e raro incunabolo conosciuto con il titolo Commentarius in Pentateuchum di Rashi (Rabbi Salomon ben Isaac), tomo edito con caratteri ebraici mobili (senza vocali) a Reggio Calabria il 18 febbraio1475 (l’originale è conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma).

Contributo che restituisce in mostra il sapore di antiche memorie è quello della musica colta e popolare di Francesca Prestìa che, con tre brani, riattualizza le tradizioni musicali calabresi e promuove le conoscenze di antiche lingue che ancora oggi si parlano in alcuni contesti calabresi come il grecanico, l’arbëreshe e l’occitano-guardiolo.

Chagall. La Bibbia a Catanzaro è un connubio che nasce sotto il segno della storia e della cultura, dal momento che la mostra consente anche di promuovere la conoscenza dell’antica presenza di comunità ebraiche in Calabria, con l’obbiettivo di far riscoprire un patrimonio culturale, materiale e immateriale, di primaria importanza nel definire l’identità della Calabria stessa.
Un patrimonio culturale la cui conoscenza non è ancora sufficientemente diffusa nonostante, negli ultimi anni, si sia assistito a un progressivo arricchimento di studi e di ricerche, archivistiche e archeologiche, che meritano indiscutibilmente di essere valorizzate.

La mostra rappresenta un’occasione eccezionale per gettare uno sguardo sui rapporti che hanno unito nei secoli la Calabria al popolo di Abramo. Una storia antichissima che ha lasciato tracce indelebili non solo nel patrimonio orale ma anche nelle fonti, nell’archeologia, nella conformazione urbanistica di molte città calabresi. Un passato, quello della Calabria Judaica, che continua a intrecciarsi continuamente con il presente, nel profondo desiderio di ritessere i fili di una narrazione segnata da momenti di pacifica convivenza interreligiosa e periodi di soprusi e di violenze. Trame e orditi di una eredità storica consolidata che torna oggi a essere al centro dell’attenzione nei processi di ridefinizione identitaria sperimentati in diversi centri della Calabria, dove la memoria ebraica diventa sempre più strumento di valorizzazione integrata, di crescita culturale e sviluppo delle risorse endogene dei territori.

Marc Chagall, (Vítebsk, Russia, 1887 - Saint-Paul-de-Vence, Francia, 1985) dalla vita quasi centenaria, segnata da tutti i grandi eventi storici della prima metà del XX secolo, nasce da famiglia ebraica nel quartiere di Vitebsk, in Russia, ma raggiunge la perfezione plastica a Parigi, dove viene riconosciuto dai più grandi poeti e artisti surrealisti come uno di loro.
Nel 1914 torna in Russia per rivedere Bella, la sua ragazza, il suo grande amore, la sua musa. Sebbene la sua intenzione fosse quella di ritornare a Parigi dopo una breve permanenza, lo scoppio della prima guerra mondiale, prima, e la rivoluzione bolscevica, in seguito, lo costringono a rimanere nel suo paese fino al 1922 dove lavora per la Rivoluzione, fondando un’Accademia d’Arte e dipinge per un periodo per il Teatro ebraico di Mosca.
Torna presto a Parigi, dove la sua fama di pittore e illustratore ha inizio. Durante la seconda guerra mondiale, si rifugia negli Stati Uniti, dove si trasferisce dal 1941 al 1948, per evitare di essere deportato dai nazisti. Nel 1944 Bella muore inaspettatamente e Chagall smette di dipingere per qualche tempo. Nel 1948 torna in Francia, questa volta a Nizza e Saint-Paul-de-Vence, dove muore nel 1985.

La visita alla mostra è stata inserita nella quarta edizione di Undiscovered Italy Tour, organizzato da Daniela Corti 

Nicoletta Curradi

venerdì 2 luglio 2021

The Pitti trade shows have restarted for Italian fashion




“We have made about ten thousand people work in total safety this week - says Raffaello Napoleone, CEO of Pitti Immagine - and this is the first great result that I want to highlight. The Pitti trade shows were the first among the major international fashion events to reopen. We have been a forerunner and a model. Stazione Leopolda for Pitti Filati, then Fortezza da Basso for Pitti Uomo and Pitti Bimbo, were the physical spaces and at the same time the symbolic places of a restart of fashion. Generally I do not indulge in sentimentality, but if there was a special figure for the days of the fair that end today, it is the combination of desire, need, pleasure to return to confront each other in person, to exchange ideas and comments, even to share the difficulties experienced in the recent past and which are still with us, together with the reaffirmation of an intact love for work through the presentation of the new collections. The data on buyers' participation should be read in this context, where quality, motivation and concentration were the elements most emphasized by the exhibitors themselves”.



While Pitti Filati - from 28 to 30 June - recorded the presence of over 1,700 buyers and professionals (France, Germany and USA among the greatest performances), Pitti Uomo and Pitti Bimbo in the Fortezza (from 30 June to 2 July), a few hours after closing, have already exceeded 6,000 visitors (of which more than 4,000 are buyers), with an overall foreign buyer percentage of just under 30%.

With some surprises. In addition to European countries (Germany, France, Switzerland, Spain, Austria, Holland, Belgium, Russia, Poland, Greece and Portugal in the lead), buyers arrived from the United States (driven by large department stores such as Bergdorf Goodman and Neiman Marcus), from Canada and Turkey, and also the European representatives of the main department stores and retail groups in China, Hong Kong, Japan and Korea, countries from which it is not yet possible to travel. A limited but extraordinarily significant attendance. The presence of media was also significant: over 700 journalists attended the fairs, of which about 300 from abroad.

Nicoletta Curradi





Borsalino presenta la sua nuova collezione di soft accessories in occasione di Pitti Uomo 100

 Si è appena conclusa l'edizione 100 di Pitti Uomo e si respira aria di ripartenza 




Sicilia, Giappone e Sud America sono le tre tappe di un Grand Tour immaginifico alla ricerca dell’autenticita'.

All'origine della leggendaria storia di Borsalino c’è un viaggio: quello intrapreso dal fondatore Giuseppe Borsalino che, giovanissimo, lasciò l'Italia a bordo di una nave diretta in Francia. Non conosceva Parigi e non parlava francese, ma era spinto da un’energia travolgente: l’immaginazione. È proprio l'immaginazione, momento fondativo del viaggio e condizione trascendentale dell’esperienza, a ispirare la ricerca stilistica del Creative Curator Borsalino Giacomo Santucci, che per la Primavera-Estate 2022 ci propone un’audace fuga dalla realtà: un visionario Grand Tour in tre tappe - Sicilia, Giappone e Sud America - che si apre volentieri a erudite divagazioni sulla contemporaneità e sulla storia dell’arte. Ogni tappa del viaggio è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.

Da monologo interiore il Grand Tour diventa così dialogo, scambio di idee e creazione di segni proiettando la collezione Primavera-Estate 2022 nello spazio dell’inaspettato. La purezza delle forme Borsalino incontra appunti di viaggio, ricordi e souvenir: Sicilia, Sud America e Giappone si sovrappongono e si fondono in un universo multicolore in costante dialogo fra passato e presente, arte e artigianato, essenzialità e incanto.

La prima tappa del viaggio ci catapulta in Sicilia, l'isola più grande del Mediterraneo, terra di contaminazioni e crogiolo di culture. Qui, nuovi lati e aspetti dei classici Borsalino vengono rivelati, dando vita a stimolanti suggestioni. Tra le proposte irrinunciabili, il Toledo in Treccia Paglia decorato con piume di marabù, la Cloche in rafia a fantasia floreale realizzata all’uncinetto e i Panama Quito e Crochet con le lettere B-o-r-s-a-l-i-n-o che si rincorrono, ricamate a mano, attorno alla cupola. Non mancano le proposte arrotolabili, ideali per i globetrotter contemporanei.
Eccoci quindi in Giappone con il suo intrinseco dualismo: radici che affondano nella tradizione e sguardo costantemente rivolto al futuro. Il savoir faire Borsalino, elemento cardine dell'identità della Maison, omaggia due elementi tipici della tradizione del Sol Levante come l’obi e l’origami rendendoli protagonisti di alcune, iconiche, proposte estive. Nel solco di questi intramontabili codici culturali, ecco il Giappone ipermoderno dall’estetica punk, raccontato attraverso bucket decorati con pendenti e spille e proposte in denim con grafiche manga.

Destinazione finale del Grand Tour è il Sud America, laddove nascono paglia, canapa e rafia, materiali naturali che sono il simbolo delle collezioni estive della Casa di Alessandria. Qui, spinti da un'irrefrenabile voglia di libertà, i modelli d’archivio Borsalino si sovrappongono agli stilemi locali -fiocchi peruviani e tessuti multicolor andini - diventando l'emblema di mondi e discorsi estetici che si incontrano.

Ciò che permane dopo questo lungo viaggio, ricordo dopo ricordo, suggestione dopo suggestione, è l’idea del cappello come manifesto di espressione individuale, capace di tirare fuori il meglio di ognuno di noi. La collezione Borsalino Primavera-Estate 2022 pone l’accento sulla personalità di chi la indossa, aprendo così la via a una nuova pluralità.

Sotto la direzione artistica del Creative Curator Giacomo Santucci, Borsalino sta costruendo una nuova idea di bellezza che porterà nel futuro un'icona di eleganza e stile con più di 160 anni di storia. Traducendo il Dna Borsalino in canoni estetici contemporanei, Giacomo Santucci mira a restituire ai cappelli della Casa di Alessandria il loro supremo valore di simbolo culturale, codice comunicativo, segno di appartenenza e sintesi di stile.




In occasione dell’edizione numero 100 di Pitti Uomo a Firenze, Borsalino ha svelato in anteprima gli highlights della nuova collezione di soft accessories dedicati alla Primavera-Estate 2022. Gli accessori sono realizzati in collaborazione con l'azienda italiana Isa Spa.

La collezione di soft accessories Borsalino Primavera-Estate 2022 comprende sciarpe e scialli leggerissimi, cravatte, pochette, twilly, hair-tie e hair-band realizzati in cotone e seta, fibre tessili naturali. Protagonista è l’iconico carattere calligrafico Borsalino, simbolo della maison introdotto per la prima volta nel 1907, che diventa pattern e si sovrappone a suggestioni Arts and Crafts in un'esplosione di colori e fantasie inaspettate. Reinterpretando i codici stilistici della Casa di Alessandria, il Creative Curator Borsalino Giacomo Santucci ha disegnato una collezione eclettica dedicata a un pubblico vasto ed eterogeneo: eleganza, funzionalità e libertà di espressione si intrecciano e si fondono in un mix sorprendentemente contemporaneo.

Realizzata in collaborazione con Isa Spa, la collezione di soft accessories Borsalino Primavera-Estate 2022 verrà distribuita nei punti vendita monomarca Borsalino e in una selezione di boutique e department stores internazionali, oltre che sul sito ufficiale www.borsalino.com.

Nicoletta Curradi

Mario Puccini, Van Gogh involontario, una grande mostra al Museo della Città di Livorno

 



È aperta  fino al 19 settembre 2021 al Museo della Città di Livorno la grande mostra dedicata a Mario Puccini, organizzata da Comune di Livorno, Fondazione Livorno e Fondazione Livorno – Arte e Cultura, con il patrocinio di Regione Toscana.

Mario Puccini Van Gogh Involontario, questo il titolo, è curata da Nadia Marchioni e resterà aperta fino al 19 settembre.

“Una rivelazione per me sono state le cose di Mario Puccini, un selvaggio pittore livornese allievo del Fattori: ha circa 50 anni. E’ un Van Gogh involontario: fortissimo; tu vedessi che colori, tu vedessi che fiere, che paesi, che mari, che barche in porto, ammassate, catramose”.

Così scriveva il critico Emilio Cecchi alla moglie pittrice Leonetta Pieraccini nel 1913, indicando i due poli entro cui nacque e si sviluppò l’opera di Puccini; il grande erede del macchiaiolo Fattori, infatti, seppe rinnovare il messaggio del Maestro guardando ai più fulgidi esempi d’Oltralpe, uno su tutti il celebre Giardiniere di Vincent van Gogh (oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma), evocato in mostra come una delle maggiori novità visibili a Firenze dal 1910 presso la raccolta del collezionista-pittore Gustavo Sforni, che di Puccini divenne in quegli anni premuroso amico.

L’esperienza della reclusione in manicomio ventiquattrenne (1893-1898), per oltre quattro anni, non spense la passione di Puccini per la propria arte; sostenuto dall’esempio di amici artisti, fra cui Plinio Nomellini e Oscar Ghiglia, riprese a dipingere ai primi del Novecento, perfettamente aggiornato sulle novità europee grazie alle frequentazioni di importanti mercanti e collezionisti fiorentini ed al vivace dibattito culturale che si sviluppava nelle sale del livornese Caffé Bardi, dove s’intratteneva, durante il suo ritorno in Italia, il concittadino Modigliani, che con Puccini condivide l’anno di morte 1920.

Ad un anno di distanza dalla mostra su Modigliani, Livorno intende celebrare l’altro suo grande figlio, erede di Fattori e, come Modì, proiettato verso orizzonti culturali europei.

“Puccini sta a Fattori, come Van Gogh sta a Cézanne; ed entrambi i due coloristi, Puccini e Van Gogh, tramutano in masse fluide e vibratili i serrati e compatti blocchi dei due costruttori” scrisse Mario Tinti; questa esposizione, dove l’eredità di Lega e, soprattutto di Fattori viene evocata attraverso puntuali confronti con il più giovane artista, intende promuovere una nuova e più ampia lettura della sua opera, perfettamente allineata alla grande arte europea del primo Novecento.





La mostra, ricostruendo l’universo di artisti che contribuì alla maturazione del grande pittore, presenta centocinquanta opere, fra cui un importante nucleo collezionistico ritrovato in questa occasione, che permette al visitatore di osservare dipinti e disegni assenti dalle esposizioni pubbliche da oltre cinquanta anni, talvolta mai esposti precedentemente o, addirittura, inediti, nella straordinaria occasione di aggiornamento della conoscenza diretta di uno dei grandi artisti del nostro Novecento.

INFO: Museo della Città tel 0586 824551 –

Nicoletta Curradi



Un nuovo negozio per Parfumeide a Firenze

 




Parfumèide è un marchio di Alchemia Essenze S.r.l., una start up innovativa con sede a Firenze, in Piazza Savonarola e in via del Sole. La fusione dei processi creativi, dell'uso di nuove tecnologie di analisi olfattiva e analisi dati, l'analisi diretta delle materie prime utilizzate e la completa gestione della linea produttiva, rendono possibile la formulazione innovativa di profumi e fragranze.

Alba Chiara De Vitis, naso del marchio Parfumèide, dopo la Laurea in Matematica consegue il dottorato di ricerca in Analisi Dati, Machine Learning e AI presso INRIA, a Sophia-Antipolis in Francia. Oggi è il naso direttrice creativa di Parfumèide, atelier di design olfattivo della start-up fiorentina Alchimia Essenze.
Alba Chiara De Vitis in occasione di Pitti Uomo 100, inaugurando il nuovo Atelier in Via del Sole, ha presentato il nuovo marchio NP (NonPraevalebunt) e lanciato la nuova fragranza
maschile Aequoreus.
“Il nostro obiettivo è disegnare profumi in modo innovativo, di prevedere e dare una forma
olfattiva alle tendenze di mercato o semplicemente ai desideri di coloro che incontriamo. Creiamo,
per ogni cliente, prodotti sempre nuovi, in grado di racchiudere nuove storie ed adattarsi ai cambiamenti.La nostra attività di ricerca include inoltre lo sviluppo delle collezioni permanenti, ora parte della identità olfattiva, che raccontano la nostra storia.
Usiamo solo materie prime selezionate, scelte direttamente per ogni profumo. Formuliamo ogni
fragranza in esclusiva per il marchio, in un'alchimia di scienza ed arte.”
Ne Il Maestro e Margherita, Mikhail Bulgakov scriveva "i manoscritti non bruciano". A noi viene da rilanciare, nel mondo immaginifico dei creatori, i profumi non bruciano * e pensare che
nell'aria si trasformino in fantasie, miti e leggende.

Info: www.parfumeide.it

Nicoletta Curradi