Ora di Ottawa

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lunedì 11 novembre 2019

Amedeo Modigliani ritorna nella sua Livorno per il centenario della scomparsa



Erano i suoi ultimi momenti di vita ma lui, Amedeo Modigliani, non lo sapeva ancora e agli amici pittori diceva di voler tornare nella sua Livorno per viverci insieme all’amata Jeanne. Non ci riuscì perché nel 1920, a soli 35 anni, la tubercolosi se lo portò via.
A Livorno iniziò a formarsi studiando i Macchiaioli, qui si ammalò per la prima volta gravemente, qui guarì prima di partire per Parigi. Ed ecco perché, per il centenario della morte, Livorno è così emozionata di riportarlo a casa ospitando nel nuovo Museo della Città 26 delle sue più famose opere tra disegni e dipinti, e un centinaio di capolavori dell’Ecole de Paris, appartenuti a Jonas Netter e Paul Alexandre, due importanti collezionisti che hanno accompagnato l’artista nel suo percorso di vita.
La mostra, intitolata “Modigliani e l’avventura di Montparnasse“, curata da Marc Restellini e coordinata da Sergio Risaliti, è aperta nei nuovi spazi del Museo della Città fino al 16 febbraio 2020.
Della collezione di Jonas Netter ci sono il ritratto Fillette en Bleu, il ritratto di Chaïm Soutine, il ritratto Elvire au col blanc, il ritratto Jeune fille rousse. Mentre dei 12 disegni provenienti dalla collezione Alexandre, saranno visibili alcune Cariatidi.
Inoltre le opere dell’Ecole de Paris, tra cui capolavori di Chaïm Soutine, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e molti altri artisti conosciuti personalmente da Modigliani o appartenenti alla generazione successiva.
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, si è dichiarato felicissimo di riaccogliere “Dedo“, come veniva chiamato Modigliani, nella sua città natale:
“Ci siamo. Dedo è tornato nella sua Livorno ed è stato accolto trionfalmente.
E questo è solo l’inizio!“

Cenni biografici su Amedeo Modigliani
Nato a Livorno il 12 luglio 1884 da una famiglia ebraica, Amedeo Modigliani era l’ultimogenito di 4 figli. Non nacque in un momento felice ma mentre la sua famiglia aveva gravi problemi economici a causa dell’azienda del padre in bancarotta.
Grazie alla madre riuscirono comunque a sopravvivere e fu sempre lei a occuparsi dell’istruzione dei figli, soprattutto di quella di Amedeo, che purtroppo aveva spesso problemi di salute talmente gravi da costringerlo frequentemente a stare in casa.
Già da piccolo Modigliani dimostrò passione per il disegno e più avanti riuscì a farsi mandare a lezioni di pittura da Guglielmo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, uno dei pittori più famosi di Livorno.
Man mano frequentò diverse scuole d’arte, finché nel 1906 non decise di raggiungere Parigi. Si sistemò al Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre. Ben presto il suo stile divenne inconfondibile e l’artista iniziò a produrre i suoi tipici ritratti che con pochi tratti riuscivano a cogliere l’essenza dei soggetti raffigurati.
La sua prima mostra personale arrivò nel 1917 alla Galérie Berthe Weill dove i suoi nudi scandalizzarono il capo della polizia di Parigi. Nel frattempo l’artista si innamorò di Jeanne, una pittrice con cui si trasferì in Provenza.
Nel 1919 decise di tornare a Parigi per vivere con l’amata, ma si ammalò, e nel 1920 morì di tubercolosi. Jeanne, incinta del secondo figlio, si suicidò il giorno dopo.

Nicoletta Curradi

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