Capolavoro
assoluto il San Lorenzo di Gian Lorenzo Bernini; riallestimento delle
sale grazie al generoso contributo degli Amici degli Uffizi e dei
Friends of the Uffizi Galleries
Scandita in otto sale (Fondi oro, Andrea
del Castagno, Bellini, Bramantino, Mobilia, Scultura, Maiolica, Bernini)
oggi la collezione offre grandi opere “che per eccezionalità e rarità
sono pienamente uguagliabili a quelle custodite nelle raccolte della
Galleria e si innestano nel patrimonio degli Uffizi, integrando scuole
poco rappresentate, come quella lombarda tra Quattro eCinquecento,
oppure quella spagnola del Sei e del Settecento” – dice Francesca de
Luca, funzionaria referente della collezione, che aggiunge che “come
tocchi di luce che da soli illuminerebbero una sala di un museo, qui
brillano alcuni capolavori esemplari come la Madonna della neve del
Sassetta, il San Girolamo di Giovanni Bellini, la pala del Bramantino,
il Ritratto di Giuseppe da Porto col figlio del Veronese, il San Lorenzo
martirizzato di Gianlorenzo Bernini”. Opera giovanile, raffigurante il
santo eponimo del grande scultore, secondo Eike Schmidt, direttore delle
Gallerie degli Uffizi – “è il capolavoro più fiorentino del Bernini,
che nella posa del santo adagiato sulla graticola rievoca le sculture di
Michelangelo sui sarcofagi della Sagrestia Nuova, giustappunto nella
chiesa di San Lorenzo”.
Gli antefatti. Nell’immediato dopoguerra Alessandro Contini Bonacossi, morto poi nel 1955 a Firenze, decise di devolvere la sua collezione allo Stato Italiano. Il rispetto delle sue volontà fu confermato dagli eredi, i figli Augusto Alessandro ed Elena Vittoria.
La cosa diventò possibile solo nel 1969 grazie ad un decreto appositamente studiato e firmato dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat: 144 opere fra dipinti, sculture, ceramiche e mobili diventarono proprietà delle Gallerie Fiorentine.Nel 1974 la Donazione fu esposta a Palazzo Pitti, nei locali della Meridiana, dove è stata accessibile fino al 1998. Nel 1998, il cammino di avvicinamento alla sua sede definitiva fa un altro passo avanti: la collezione in quell’anno fu collocata in via Lambertesca, in alcuni locali di proprietà della Galleria degli Uffizi. Rimase visitabile, come era negli ambienti della Meridiana, solo su appuntamento, e la Didattica e gli Amici dei Musei organizzavano le visite. Nel 2011, con l’avanzamento dei lavori per i Nuovi Uffizi, questi spazi furono connessi con ilpercorso principale del museo, ma rimase, anche per la mancanza di personale, il limite delle visite solo per appuntamento, e per occasioni speciali.I lavori per la nuova sistemazione sono stati finanziati dagli Amici degli Uffizi e dai Friends of the Uffizi Galleries, che hanno subito abbracciato l’idea di adibire questi spazi – una delle enclaves nell’infilata di sale della Galleria, particolarmente adatta dunque a contenere un insieme concluso e definito – alla Collezione Contini Bonacossi. “Per le nostre due associazioni è stata una grande gioia poter contribuire al riallestimento di queste sale, permettendo finalmente la visione al pubblico della preziosa collezione in ambienti che la valorizzano” dichiara Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente sia degli Amici degli Uffizi che dei Friends of the Uffizi Galleries. Nelle nuove sale, insieme ai dipinti e alle sculture di pregio si possono ammirare mobili, maioliche e oggetti (notevole il gruppo di stemmi in maiolica) seguendo la volontà degli stessi Contini Bonacossi di esporre tutta la donazione insieme. “La novità della ristrutturazione museografica delle sale Contini Bonacossi, oggi inserite nel contesto del percorso museale, si basa sul determinante apporto sia della luce naturale che di quella artificiale” spiega l’architetto Antonio Godoli, curatore del patrimonio architettonico degli Uffizi.
La Collezione entra dunque a far parte del normale percorso degli Uffizi, e si dà una nuova visibilità ai capolavori che la compongono, anche grazie al catalogo Giunti.“E’ stato per noi compito imperativo – sottolinea Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – fare in modo che una parte così importante delle collezioni statali fiorentine fosse aperta per tutti e in maniera continua. Con lo stesso spirito che ci spinge a rendere accessibile il prima possibile il Corridoio Vasariano abbiamo voluto una nuova sistemazione della collezione Contini Bonacossi in grado di permetterne la fruizione da parte di tutti i visitatori degli Uffizi”.
Gli antefatti. Nell’immediato dopoguerra Alessandro Contini Bonacossi, morto poi nel 1955 a Firenze, decise di devolvere la sua collezione allo Stato Italiano. Il rispetto delle sue volontà fu confermato dagli eredi, i figli Augusto Alessandro ed Elena Vittoria.
La cosa diventò possibile solo nel 1969 grazie ad un decreto appositamente studiato e firmato dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat: 144 opere fra dipinti, sculture, ceramiche e mobili diventarono proprietà delle Gallerie Fiorentine.Nel 1974 la Donazione fu esposta a Palazzo Pitti, nei locali della Meridiana, dove è stata accessibile fino al 1998. Nel 1998, il cammino di avvicinamento alla sua sede definitiva fa un altro passo avanti: la collezione in quell’anno fu collocata in via Lambertesca, in alcuni locali di proprietà della Galleria degli Uffizi. Rimase visitabile, come era negli ambienti della Meridiana, solo su appuntamento, e la Didattica e gli Amici dei Musei organizzavano le visite. Nel 2011, con l’avanzamento dei lavori per i Nuovi Uffizi, questi spazi furono connessi con ilpercorso principale del museo, ma rimase, anche per la mancanza di personale, il limite delle visite solo per appuntamento, e per occasioni speciali.I lavori per la nuova sistemazione sono stati finanziati dagli Amici degli Uffizi e dai Friends of the Uffizi Galleries, che hanno subito abbracciato l’idea di adibire questi spazi – una delle enclaves nell’infilata di sale della Galleria, particolarmente adatta dunque a contenere un insieme concluso e definito – alla Collezione Contini Bonacossi. “Per le nostre due associazioni è stata una grande gioia poter contribuire al riallestimento di queste sale, permettendo finalmente la visione al pubblico della preziosa collezione in ambienti che la valorizzano” dichiara Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente sia degli Amici degli Uffizi che dei Friends of the Uffizi Galleries. Nelle nuove sale, insieme ai dipinti e alle sculture di pregio si possono ammirare mobili, maioliche e oggetti (notevole il gruppo di stemmi in maiolica) seguendo la volontà degli stessi Contini Bonacossi di esporre tutta la donazione insieme. “La novità della ristrutturazione museografica delle sale Contini Bonacossi, oggi inserite nel contesto del percorso museale, si basa sul determinante apporto sia della luce naturale che di quella artificiale” spiega l’architetto Antonio Godoli, curatore del patrimonio architettonico degli Uffizi.
La Collezione entra dunque a far parte del normale percorso degli Uffizi, e si dà una nuova visibilità ai capolavori che la compongono, anche grazie al catalogo Giunti.“E’ stato per noi compito imperativo – sottolinea Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – fare in modo che una parte così importante delle collezioni statali fiorentine fosse aperta per tutti e in maniera continua. Con lo stesso spirito che ci spinge a rendere accessibile il prima possibile il Corridoio Vasariano abbiamo voluto una nuova sistemazione della collezione Contini Bonacossi in grado di permetterne la fruizione da parte di tutti i visitatori degli Uffizi”.
Nicoletta Curradi
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