Nel quarantennale della Fondazione Centro Studi Raggiunti, è stata allestita la mostra «Levi e Ragghianti. Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura», aperta fino al 20 marzo 2022, in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, a cura di Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna L'esposizione esplora il legame tra lo storico e critico d’arte e il pittore, scrittore e uomo politico autore di Cristo si è fermato a Eboli, concepito proprio a Firenze, dove Levi si rifugia durante l’occupazione nazista in casa di Anna Maria Ichino.
Non è solo la militanza politica, nelle file del Partito d’Azione, ad accomunarli, ma anche il dibattito sull’arte contemporanea e la sensibilità per il patrimonio artistico italiano che si concretizza nell’intervento, con l’architetto Michelucci, per evitare l’abbattimento della Torre di Parte Guelfa a Ponte Vecchio.
L’interesse di Ragghianti per Levi inizia negli anni ’30, ed è sua la presentazione della personale alla Galleria dello Zodiaco di Roma nel 1946 nonché la prima storicizzazione nel 1948 nel catalogo dell’opera leviana, fino all’antologica allestita a Firenze dopo la morte dell’artista («Carlo Levi si ferma a Firenze», 1977).
In mostra circa 80 dipinti di Levi, disegni, lettere e documenti dall’archivio Ragghianti dal ’43 al ’71, fotografie inedite e filmati. Il comune interesse per il cinema (Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film e disegna il manifesto di «Accattone» di Pasolini), è ricordato dai ritratti di Silvana Mangano, Anna Magnani (1954), Franco Citti e Pasolini stesso, oltre a quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda, o di cui avevano entrambi stima come Italo Calvino e Frank Lloyd Wright.
Nicoletta Currradi
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