Yuri Kuper, artista di origini russe, tra le personalità più eclettiche della scena contemporanea internazionale, ha scelto Firenze per rivelare un traguardo personale, gli ottant’anni che finirà in Luglio, e un traguardo delle cose, degli objet trouvé del quotidiano, da sempre suo principale repertorio ora vissuti, interpretati, alla luce di una nuova libertà creativa.
S’intitola Sfumato la mostra curata dalla gallerista e critica d’arte Inna Khegay che inaugura oggi presso la Sala delle Esposizioni all’Accademia delle Arti del Disegno, promossa dalla stessa Accademia insieme con l’Associazione Amici del Museo Ermitage (Italia) e la Regents Art Foundation (RAF) e sostenuta dal Ministero della cultura della Federazione russa, dall’Ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede, dall’Accademia russa di Belle Arti di San Pietroburgo e dalla Fondazione russa per la cultura.
Oltre cinquanta opere, provenienti da collezioni private e dalla Galleria Patrick Cramer di Ginevra, per raccontare il linguaggio metamorfico dell’arte, per cui è possibile liberare la magia di qualcosa che non ne possiede dall’origine. Un pennello, un tubo, un vaso da fiori, nelle mani artigiane di Kuper gli oggetti, così ogni esperienza, arrivano a sincretizzare presente e passato, estetica e funzione, per un risultato finale di grande impatto ipnotico.
“La personalità artistica di Yuri Kuper attraverso questa mostra a lui dedicata – sottolinea Cristina Acidini, presidente dell’Accademia - si conferma tra le più interessanti dello scenario internazionale, per quel suo continuo lavoro di mediazione fra i movimenti creativi della sua formazione e della sua maturità, da un lato, e la sua originalità filosofica prima ancora che tecnica dall’altro”. “Da artista che ha visto il mondo e in esso vive pianamente, Kuper ha forgiato un linguaggio universale che parla a tutti, con potenza arcaica e insieme fascino contemporaneo”.
Difficile resistere alla tentazione di spiegare la complessa parabola dei nostri tempi, i mutamenti globali che hanno investito l’umanità, perciò il maestro fruga nelle tasche del quotidiano e ne eviscera simboli – testi sacri e luoghi di culto in primis - materiali, speranze, ricordi, volti, li mette al riparo dalla banalizzazione e dall’impoverimento di significato. Con magistrale capacità di composizione e l’utilizzo di tecniche miste, tra cui acrilico e collage, li traspone su tela o carta, ma anche su litografie rifinite a mano come la serie dedicata al Lago dei Cigni. Delle Metamorfosi, serie di rappresentazioni teatrali dirette dal Premio Oscar Nikita Michalkov, ispirate ai racconti di Anton Cechov e Ivan Bunin, e di cui Kuper cura le scenografie tra il 2016 e il 2019, possiamo invece cogliere la raffinatezza delle riproduzioni su carta con innesti di foto e collage.
Alcuni frammenti di queste performance sono riproposte anche attraverso un filmato della durata di 12 minuti proiettato all’interno del percorso espositivo. “Il video – dice Inna Khegay - mostra l’approccio innovativo nella realizzazione degli allestimenti, di finissimo tessuto o multimediali, rivelatori di uno stile unico”.
Su tutti i lavori esposti, il velo plastico della rarefazione, quell’effetto di “sfumato” che Kuper mutua dai grandi maestri del passato e a cui torna con lo sguardo in una mostra evento nella città d’arte per antonomasia. Fino al 30 marzo.
Yuri Kuper
Nato nel 1940 a Mosca, in Russia, ha continuato a studiare all'Accademia d'arte di Mosca dal 1957 al 1963 prima di emigrare in Israele, stabilendosi infine a Londra nel 1972. Kuper ha esposto con la Serge Sorokko Gallery di San Francisco, la Kournikova Gallery di Mosca e la Galerie Patrice Trigano di Parigi. Vive e lavora tra Normandia, Francia, New York, New York e Mosca, Russia. Grafico, pittore, scultore, scenografo teatrale e per il cinema, autore di progetti architettonici, scrittore, Yuri Kuper è “cittadino del mondo”: cosmopolita per stile di vita, grazie alla propria arte rivela al mondo il codice culturale dell'identità russa. Negli ultimi anni, raggiunta la pienezza artistica e umana, è tornato a Mosca, la sua patria, “la città dei tubi di scolo”.
YURI KUPER. SFUMATO
6-30 marzo 2020
Sala Esposizioni Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli 68, Firenze
Orario: da martedi a sabato, ore 10-13 e 17-19
Domenica: ore 10-13, Lunedì chiuso, Ingresso gratuito
Nicoletta Curradi
Nessun commento:
Posta un commento